strade

 dalle finestre aperte
dalle tende arrotolate
esce musica strana
che sa di lontano
di stanze arrangiate
trascurate
vuote
senza cucine prefabbricate
mobili di pregio-
dove il soffitto
è troppo basso
il pavimento
è rosso sconnesso
lustrato
una volta a olio-
musica
dalla mussola
che il vento non solleva-
stanze
senza romanzi
qualche emozione
che viene dalla musica
che arriva nella strada
stretta-
tante finestre
pochi negozi
nessuno che cammini-
solo un barista sgualcito-
solo la musica
sottile, lontana
consistente e vera-
la strada è stretta
le finestre tante-
oltre
c’è l’altro mondo
poche finestre
lo spazio è per le strade
larghe come lavagne
come fiumi tropicali
come grigi ponti sospesi
come vino annacquato
come sperduto luogo
dove non arrivano
nè musica nè visi.
Beato te Kerouac
che nel tuo mondo antico
descrivi visi-
tanti, diversi
che raccontano
la loro grande storia-
io vedo solo
volti bianchi
che non parlano
che non sanno parlare-
solo soffrire.

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