Cobb Thomas, Crazy heart
Le tournée o le ami o le odi. In ogni caso sei fottuto”

Dopo aver letto un romanzo che mi è molto piaciuto di un autore che non conoscevo, quel romanzo diventa un mio classico. E quindi lo rileggo, lo studio. Diventa un mio maestro. E l'autore con lui, naturalmente.
Lo scrittore Thomas Cobb non sapevo neanche che esistesse prima di notare il suo romanzo Crazy hearth sugli scaffali delle novità della Biblioteca Sala Borsa di Bologna. L'ho preso in prestito perché era appena uscito, perché era americano, perché mi piaceva il titolo e anche la copertina. Bé, adesso che l'ho letto me lo comprerò anche perché vale la pena di rileggerlo e tenere a portata di mano nello scaffale dei libri che “mi servono”. Intanto ho comprato il DVD del film che è stato tratto dal romanzo. Spero non mi deluda.

Thomas Cobb è nato a Chicago, Illinois, ma è cresciuto a Tucson in Arizona dove insegna letteratura. Crazy heart è il suo romanzo d'esordio, dopo ha scritto una raccolta di racconti,Acts of contrition e un secondo romanzo Shavetail. Nel suo sitodi sé scrive: “ Sono cresciuta a Tucson, in Arizona che non ho lasciato fino all'età adulta. Ho trascorso gran parte della mia infanzia nel deserto. Tra i miei compagni di gioco c' erano il rospo cornuto e la tarantola. Conoscevo i miti della frontiera in Arizona, e quei miti divennero i miei eroi, Wyatt Earpe i suoi fratelli, Doc Holliday, Cochise, capo degli Apache Chiricahua, e il suo amico Tom Jeffords, e Geronimo. Quando ero un adolescente ho amato ancora il deserto, ma non volevo più rimanere lì. Volevo vivere a New York o Los Angeles o Chicago o Londra, dove accadevano cose interessanti e importanti. Anni dopo, quando ho vissuto a Houston, ho iniziato a capire quanto sia stato importante il deserto per me e quanto mi mancava. Ho cominciato a leggere su di esso, e quando sono tornato, ho guardato il deserto in modo diverso. Era diventato il paesaggio della mia immaginazione. Io vivo in New England, ma scrivo in Arizona”.
I nomi dei suoi miti danno già un'idea delle sue preferenze in campo umano: un pistolero, due leaders Apache, uno scout indiano, uno sceriffo-ladro di cavalli. Persone affascinanti, a leggere le loro biografie, soprattutto per aver vissuto una vita che avevano scelto, che non era loro semplicemente capitata. Erano stati imprudenti, come minimo.
Lo stesso si può dire per Bad Blake, il protagonista di Crazy heart, che vive una vita che si è scelto e la vive pericolosamente, a modo suo, come vedremo.

Crazy heart è stato pubblicato in America nel 1987, senza più essere ristampato. E' diventato famoso da quando ne è stato tratto il film l'anno scorso conJeff Bridgesnella parte del protagonista, per cui ha vinto un Oscar. Solo dopo l'uscita del film l'Einaudi stile libero ne ha fatto l'edizione italiana.
Ciò che ci viene presentato nel romanzo è un mondo, non semplicemente quello della
musica country, ma dell'ambiente musicale americano in quanto tale. E insieme ad esso siamo in grado di dare uno sguardo a quell'America profonda ( dello “sprofondo” la definisce Bad, il protagonista ) di cui sono pieni i romanzi americani. Quella incontrata, ad esempio, mille volte da Sal e Dean in Sulla Strada di Jack Keoruac nelle piccole città e nelle tavole calde di mezza America.
Bad Blake, protagonista di questo romanzo, è un cantante e musicista country di 57 anni. Grasso, gonfio, acciaccato, col fiato grosso e alcolizzato da sempre. Anni prima ha avuto molto successo, nel frattempo quattro matrimoni tutti falliti, auto di lusso, case, denaro a fiumi, buttati al vento per il semplice piacere di farlo. Un mascalzone tenero e simpatico a cui viene di perdonare tutto. Bad Blake rappresenta l'altra faccia dei rubacuori d'annata che affollano le nostre case, strade, discoteche, bar, osterie. E come lui piacciono un sacco alla donne.
Nel romanzo Bad è e si sente in piena decadenza, ha continuamente l' impressione di sopravvivere a se stesso, a quello che era un tempo. “ Ti ritrovi davanti a un pubblico di babbioni che si sono controllati i denti sul vetro della porta. Sorridi e cantiSlow Boattre volte a sera. E la mattina dopo, cazzo, ti alzi alle cinque e ti metti in macchina per quattrocento chilometri con certe emorroidi che ti sembra di avere un nido di formiche nel culo” ( pag. 9 ).
Ma Bad Blake non molla, spera ancora in una possibile resurrezione, in un'altra opportunità. Per rifarsi e tornare ad essere quello di prima, anzi meglio. Infatti è un bravo musicista e songwriter ancora sulla breccia. A Houston, dove al momento vive, ha una sua band con cui si esibisce ogni settimana in un locale della città. Questo è il suo lavoro fisso. Fa anche delle tournée in giro per la provincia americana utilizzando musicisti locali. Beve molto fin dal mattino, Jack Daniel's, solo quello, fumando una dietro l'altra sigarette Pall Mall. Facendo le debite differenze è una
Janis Joplin trent'anni dopo, solo che lei beveva solo Southern Comfort e a differenza di Bad adorava l'eroina fino a morirne. Aveva 27 anni quando morì di overdose e non era sul viale del tramonto, ma ci si sentiva.
Nel romanzo Bad ha ancora un discreto numero di ammiratori, ma sono quelli di quando era giovane e famoso. All'inizio del libro incontra Bob Glove, che è stato il suo bassista per un paio di tournée negli anni in cui Bad teneva un concerto dietro l'altro – Vivo qui a Las Vegas. Da quasi vent'anni – dice Bob – Ho un impresa di costruzioni. Me la passo bene. – Un musicista resta sempre un musicista. Lo sai. Ce l'hai nel sangue, Bob. – No, Bad, ce l'hai nel sangue tu, poco ma sicuro. Io no. Sono contento della mia vita di adesso. Non la cambierei mai. ( pag. 34 ).
Dovunque vada Bad incontra coetanei che hanno abbandonato i sogni della gioventù. Lui no, e questo è il suo bello. Per questo gli si perdona tutto. Donne molto più giovani di lui lo cercano, lo amano, vogliono conoscerlo, passare una notte con la star del momento di Pueblo in Colorado o Clovis nel Nuovo Messico. “ Jo Ann sta ancora dormendo. Ha il trucco sfatto e i capelli attorcigliati alla mano. Sembra più vecchia, un po' andata, ma Bad le ha sempre preferite così, tutte quante” ( pag. 23 ).
Per lui il concerto serale è un lavoro, una dipendenza psicologica, un grande odiato amore di cui non può, non sa fare a meno. “ Le tournée o le ami o le odi. In ogni caso sei fottuto…Le tournée ti aprono gli occhi. Sta tutto lì. Non c'è niente al mondo come la tournée. E' tutta un'altra storia, lì fuori”. ( pa. 273 ).
Ha un figlio che non vede da vent'anni. Nel romanzo lo ritroverà, ci parlerà, gli confesserà tutte le sue malefatte, gli chiederà inutilmente perdono. Con lui si metterà a nudo e così facendo si riscatterà almeno ai nostri benevoli occhi e catturerà la nostra simpatia di lettori. Ad un certo punto si innamora di una giovane donna, una giornalista che lo va ad intervistare. Ma anche lei dopo un inizio promettente lo abbandona a causa della sua dipendenza dall'alcool.
Prova a disintossicarsi e contemporaneamente il successo gli arride di nuovo. Ma Bad è infelice per il suo perduto amore. Era la donna giusta per lui e lo ha abbandonato. Tenta inutilmente un ultimo abboccamento: “ – Non bevo più, ce l'ho fatta. Mi sto disintossicando. Prendo l
'Antabuse, vado All'anonima Alcolisti…E' tutto cambiato adesso… – No. Tu non verrai da me e io non verrò da te. E voglio che non mi telefoni più”.( pag. 275 ).
Nonostante abbia firmato un buon contratto per due sue nuove canzoni, dopo questo abbandono Bad cade nelle vecchie abitudini, e forse, lascia intuire il finale, la discesa agli inferi sarà per lui precipitosa e definitiva. In un bar incontra una donna di mezza età “ Non scherzo – dice Bad – faccio il cantante. Bad Blake. Slow Boat. – S', col cavolo. E' morto. – Ancora no, cara. – Mi chiamo Donna. Va bene così, tesoro. Me ne offri un altro?

La scrittura di Thomas Cobb è all'altezza di questa, che secondo me, è una gran bella storia. Lo stile la veicola con scioltezza, incisività e mordente. Il libro in questo tiene botta in tutte le sue 281 pagine, senza mai un cedimento, un calar di tono, un che di troppo o troppo poco.
Praticamente ogni scena, persona, situazione sembra di vederla o perlomeno lo scrittore dà sufficienti spunti per potersela immaginare.
Nelle parti narrative e descrittive Thomas Cobb usa frasi quasi sempre brevi, ma lo stile risulta ugualmente non piatto o monotono. I dialoghi mai fine a se stessi fanno andare avanti la trama, che il lettore segue con tensione e stando per tutto il tempo dalla parte di Bad, il perdente. Ma in realtà c'è una concezione della vita dietro la storia apparente di un vecchio cantante che ha perso il treno del successo. Quale sia lo si capisce leggendo il libro. E ha a che vedere con il desiderare – avere – ottenere – perdere. In questo groviglio di sentimenti ed emozioni nella scrittura di Thomas Cobb, come anche in quella del mio amato Kerouaccon cui comunque Cobb non ha nulla a che spartire, disperazione e voglia di vivere stanno insieme in maniera indistinguibile. Della serie siamo disperati ma nel frattempo divertiamoci.
Come dicevo all'inizio dal romanzo è stato tratto un film di grande successo. Sono molto curiosa di vederne le somiglianze e le differenze con il libro. Penso di parlarvene presto.

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