Per M.

Entrasti trionfante portando quel cesto aperto usato come borsa
 ci tenevi il portamonete (com'era?, non ricordo)
un quaderno rilegato, bello, un libro, di quelli strani che leggevi tu,
un foulard azzurro chiaro e trasparente –
il tutto in bella mostra sul fondo di quel cesto ovale
 fatto di strisce sottili di giunchi  o vimini non so
col manico rigido ad arco che tu portavi
come fosse la più preziosa ma leggera cosa –
tutto al tuo arrivo o passaggio splendeva,
da umile diventava prezioso
forse per quel tuo anello di pietra bianca trasparente e l'altra blu
 con cui accarezzavi i libri del tuo mestiere –
avevi capelli rosso fulvo e lisci e li portavi lunghi
sempre perfetti appena un'onda ai lati sulle spalle –
quando ti guardavo mi impressionavano i tuoi occhi color dei tuoi capelli

 

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