Comunicato Associazione Italia Tibet su un articolo de Il Corriere della Sera del 18 febbraio 2015 dal titolo “Norbu e gli altri orfani fantasma nella casa dei bimbi del Dalai Lama”

 

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Il Corriere della Sera, in edizione online e cartacea, ha pubblicato il 18 febbraio un articolo a firma Davide Casati dal titolo “Norbu e gli altri orfani fantasma nella casa dei bimbi del Dalai Lama”. Si tratta di un articolo il cui contenuto, che prende spunto da una vicenda personale della Sig.ra Paola Pivi e del marito Karma Lama, è gravemente diffamatorio e lesivo dell’immagine dei Tibetan Children’s Villages, l’istituzione a cui decine di migliaia di tibetani in esilio, spesso provenienti dal Tibet, devono un’istruzione di eccellente livello pedagogico e culturale e una formazione esistenziale, sociale e civile che ha permesso a molti di loro di conseguire lauree e diplomi anche in scuole internazionali, nonché di inserirsi sia nel tessuto sociale della diaspora e in quello dei paesi dove i tibetani sono ospitati.
Nell’articolo vi sono ridicole e strumentali enfatizzazioni di azioni quotidiane come il pulire la propria stanza, lavarsi i vestiti o cucinare. Viene denunciato il fatto che i bambini sono costretti a lavarsi con acqua fredda e la “monotonia” del cibo. Non manca ovviamente la citazione di percosse e punizioni fino all’arresto per tentativo di stupro da parte di un impiegato. Si dipinge il TCV di Dharamsala come un “campo militare” nella peggiore accezione del termine. Accuse pesanti che devono essere provate e che peraltro sono smentite dai tanti tibetani che al TCV hanno vissuto e studiato. Infine, si racconta la dolorosa esperienza personale della signora Pivi per l’adozione “reale”, e non a distanza, di un bambino: fatto singolare perché lo spirito dei Tibetan Children’s Villages è proprio quello di consentire ai bambini di crescere nella propria cultura per farsene portatori e testimoni nel corso della loro vita.
L’Associazione Italia-Tibet assieme ad altre associazioni operanti in Italia, ha promosso migliaia di adozioni a distanza di questi bambini e tutti gli sponsor hanno sempre perfettamente compreso l’importanza di lasciare che questi bambini vivessero nella loro società, società che peraltro ha ed avrà bisogno delle loro competenze. E un concetto di cui l’autore dell’articolo sembra non essere a conoscenza o non avere affatto compreso.
Quest’articolo è un’accozzaglia di insinuazioni che si limitano a criminalizzare il rigore educativo e la mancanza di “comfort”, senza tenere conto del contesto ambientale, economico e sociale in cui sorgono i TCV e senza alcun riferimento e riconoscimento del lavoro che, a partire dall’inizio degli anni ’60 del secolo scorso, i Tibetan Children’s Villages hanno svolto per dare ai bambini una casa e un’adeguata istruzione. Inoltre, fanno apparire la signora Paola Pivi come una povera bistrattata dai capricci del negriero presidente del TCV, Sig. Tsewang Yeshe, persona a tutti noi nota come specchiata, cortese e integerrima.
Le tiepide difese dell’istituzione, anche da parte di una personalità come Tenzin Tsundue, che riconosce “che i bambini si devono lavare i vestiti e le stanze per diventare indipendenti” vengono liquidate come insignificanti e ridicole. Viene spontaneo chiedersi se tali regole non sarebbero utili anche alla formazione dei nostri viziatissimi ragazzi.
Assieme a centinaia di tibetani che vivono in Italia o qui sono transitati, sosteniamo che i Tibetan Children’s Villages, dai più definiti un vero Miracolo del mondo della Diaspora Tibetana, non possono essere infangati da un articolo calunnioso e di parte, infarcito di insinuazioni infondate.

Le testimonianze dirette e indirette di coloro che hanno studiato al TCV smentiscono nettamente Casati e la Pivi e ribadiscono l’orgoglio di avere avuto la fortuna di essere formati in tali scuole il cui slogan è, vale la pena di ricordarlo anche alla signora Pivi, “OTHERS BEFORE SELF”, un’occasione buona per tutti per riflettere sui nostri e i loro valori
Comunità Tibetana in Italia Associazione Italia-Tibet

Il Presidente Nyima Dondhup Il Presidente Claudio Cardelli
Comunità Tibetana in Italia
Tel 3481380815 [email protected]

Associazione Italia Tibet
www.italiatibet.org

tel-fax 02 70638382 [email protected]

ADERISCONO AL COMUNICATO

ISTITUTO LAMA TZONG KAPA POMAIA (Filippo Scianna)
ISTITUTO GHE PE LING MILANO (Giovanna Giorgetti)
UNIONE BUDDISTA ITALIANA ( Giorgio Raspa )
FPMT ( Fondazione per la Preservazione della Tradizione Mahayana )
PROGETTO L’EREDITA’ DEL TIBET ( Piero Verni)
COMITATO PADIGLIONE TIBET ( Ruggero Maggi )
AREF ( Marilia Bellaterra )
YESHE NORBU ONLUS Appello per il Tibet (Francesca Zanati)

Pubblicato da Dianella Bardelli

In questo blog sono presenti miei racconti, mie recensioni di romanzi e saggi su vari argomenti, soprattutto sulla letteratura della beat e hippy generation. Scrivo romanzi, spesso ambientati negli anni '70-'80'; e poesie; ne ho pubblicati alcuni : Vicini ma da lontano, I pesci altruisti rinascono bambini, Il Bardo psichedelico di Neal ; è un romanzo sulla vita e la morte di Neal Cassady, l’eroe di Sulla strada. Poi ho di recente pubblicato il romanzo "Verso Kathmandu alla ricerca della felicità", per l'editore Ouverture; ho pubblicato un libretto di poesie: Vado a caccia di sguardi per l'editore Raffaelli. Ho ancora inediti alcuni romanzi, uno sulla vita e la poesia di Lenore Kandel, poetessa hippy americana; un secondo invece è un giallo ambientato nella Bologna operaia e studentesca del '68; un terzo è è sull'eroina negli anni '80 a Milano e un altro ancora sul tema dell'amore non corrisposto. Adoro la letteratura della beat e hippy generation, soprattutto Keroauc, Ginsberg e Lenore Kandel. Scrivo recensioni su http://samgha.me/ e http://cronacheletterarie.com/ mio profilo in Linkedin: http://www.linkedin.com/pub/dianella-bardelli/45/71b/584

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