In Kerouac la scrittura non ha lo scopo di raccontare una storia, non c’è trama, plot, struttura, scaletta, capitoli, cronologia, filo logico dei fatti. La scrittura ha una funzione completamente diversa, ha una funzione di svelamento, di confessione, di estremo inutile tentativo di “confessare tutto a tutti” come diceva sempre lui; il suo tentativo disperato di confessare e così dietro il peccato vedere Dio. Questa fu la sua grande presunzione, ma presunzione giusta quella di dare alla scrittura una funzione spirituale tramite il romanzo, il suo nuovo romanzo, il suo nuovo modo di scrivere romanzi.Tutto questo è difficile da spiegare a chi non lo capisce, nel senso che non è interessato a quello che Kerouac crede sia la dimensione spirituale della vita, che non è l’essere buoni ma dare un senso alla vita attraverso la propria vita interiore qualunque essa sia. Si tratta allora di mettere al centro della scrittura la propria vita interiore non nel senso intellettuale del termine ma nel senso del cuore; Kerouac sentiva forte di avere un’anima, un cuore che soffriva ma non poteva fare altro che scriverlo, solo questo, solo questo sapeva, poteva fare. Riscattava la sua vita di sofferenza con la scrittura che non lo salvava, la scrittura non ci salverà, non ci salverà la scrittura, non salva dalla sofferenza ma con la scrittura la sofferenza sarà redenta.
( redento= Ritornato alla condizione libera, alla piena dignità morale )