Recensione a Kandel Lenore, The love book e altre poesie



Amore è una parola di quattro lettere, le parole

veramente oscene sono odio, guerra, bomba.

Se possiamo riconoscere la nostra propria bellezza,

sarà impossibile per ogni essere umano recare

danno ad un altro essere umano.

Se trovi che il tuo corpo e soprattutto le tue parti

genitali sono brutte e vergognose, sarai incapace

di usarle con amore. Puoi cominciare dall’accettare e amare

te stesso come una manifestazione del divino

e poi estenderlo. Non soltanto attraverso l’amore fisico

ma come una forza generatrice e penetrante

diretta verso tutti gli esseri senzienti con la speranza

di una totale percezione e consapevolezza per tutti noi”


L’amore è un dono non un dare e avere”. Queste parole, in realtà molto attuali, la poetessa Lenore Kandel le ha pronunciate durante un’intervista comparsa in “Voices from the love generation” edito da Leonard Wolf e risalente al 1968. In questa intervista Lenore parla della sua poesia, ma sopratutto del suo stile di vita, suo e di quel movimento giovanile che abitava, si radunava e operava nel distretto di Haight-Ashbury a S. Francisco tra il 1960 e il 1970, e che aveva fatto della liberazione sessuale nell’America puritana e conformista di quegli anni la propria bandiera. “ Quali sono i tuoi interessi?”- chiede l’intervistatore- “ La gente e le parole, i sogni e le visioni”-risponde Lenore,  e aggiunge “Sono uno scrittore, ma sono una donna e non voglio sacrificare il mio essere donna a favore del mio essere scrittore. Ho sempre sentito me stessa in maniera graziosamente sensuale. Penso che tutte le cose sul peccato originale sono superate. Se ami qualcuno devi accettarlo integralmente e lui deve fare lo stesso con te se ti ama. L’unico modo che conosco affinché questo accada è l’esperienza, la vita e il dirsi sempre la verità”.

Di origini rumene e russe Lenore Kandel visse tra New York e Los Angeles prima di trasferirsi definitivamente a S. Francisco nel 1960. Qui divenne un’attivista del gruppo anarchico dei Diggers che offriva cibo, vestiti e cure mediche gratuite a chiunque ne avesse bisogno. Oltre alla poesie si dedicò ai più vari mestieri come ad esempio danzatrice, cantante, guidatrice di autobus. Partecipò al raduno hippy al Golden Gate Park del 1967; era il suo trentacinquesimo compleanno. Quando, unica donna sul palco, prese la parola, 25000 persone le cantarono insieme ‘Happy Birthday’. A detta di chi all’epoca la conosceva era di una bellezza carismatica, aveva forme rotonde e sensuali, attirava l’attenzione di chiunque la incontrasse per il suo aspetto dominante e allo stesso tempo sereno.

Credo che Lenore Kandel, lo si intuisce dalle sue parole, dalla sua vita e dalla sua poesie, fosse una donna che non aveva paura. Delle proprie scelte, delle proprie contraddizioni, in un’accettazione incondizionata della vita così com’è. Non aveva paura di se stessa e degli altri. Soprattutto degli uomini che amava. Non aveva paura di perdere il controllo. Perdersi le piaceva. Ad una giornalista, sua vicina di casa, quando era già in là con gli anni, una volta guardando il tramonto disse sorridendo: “quanto sono eccitanti gli uomini che ti spezzano il cuore!”. Come non darle ragione? Ma molto spesso sia gli uomini che le donne sentono così forte questa eccitazione da scappare a gambe levate di fronte alla possibilità di perdere il controllo di se stessi.

Nel 1966 il suo libro di poesie “ The love book”, era stato condannato per oscenità. In questo piccolo libro di appena 8 pagine e 825 parole Lenore affronta poeticamente il tema dell’amore sessuale tra un uomo e una donna. Il linguaggio è esplicito, ogni parte del corpo maschile e femminile che riguarda l’atto sessuale viene nominata in maniera diretta e non eufemistica. “Everyone who makes love is religious”, disse Lenore Kandel in sua difesa alla giuria durante il processo per questo suo libretto. E aggiunse “Io credo che quando gli esseri umani sono così vicini tra loro possano diventare una sola carne e spirito, essi trascendono l’umano nel divino”.

Il processo a The love book si svolse nella S. Francisco degli hippies nel 1966. Le persone che in due librerie avevano venduto il libro furono condannate. La giuria concluse che il libro era osceno e non aveva alcun valore sociale. Nel 1971 il verdetto fu capovolto.

In aula Lenore lesse alla giuria il suo poema in modo reverente e di seguito alcuni brani di di S. Giovanni della Croce . “Amore è una parola di quattro lettere, le parole veramente oscene sono odio, guerra, bomba. Se possiamo riconoscere la nostra propria bellezza, sarà impossibile per ogni essere umano recare danno ad un altro essere umano”.

The love book è scritto in prima persona e quindi rispecchia le personali esperienze della poetessa; il linguaggio esplicito usato nel poema paradossalmente è ciò che spiritualizza l’atto sessuale in esso descritto e lo rende sacro, pur rimanendo un atto di piacere.

A questo proposito in in suo testo molto interessante, Lenore parla di cosa sia la poesia; il testo si intitola La poesia non è mai compromesso. “ Due mie poesie, pubblicate in un piccolo libro, trattano d’amore fisico e dell’invocazione, riconoscimento e accettazione della divinità nell’uomo attraverso il medium dell’amore fisico. In altre parole, è un piacere. Un piacere così grande che ti rende capace di uscire dal tuo io privato e di partecipare della grazia dell’universo. Questa semplice e piuttosto ovvia formulazione, espansa ed esemplificata poeticamente, ha sollevato un furore difficile a credersi. Gran parte di tale furore era dovuto all’uso poetico di certe parole di quattro lettere d’origine anglosassone non sostituite cioè da più tenui eufemismi. Gli eufemismi scelti per paura sono un patto con l’ipocrisia e nell’immediato distruggeranno la poesia e alla fine distruggeranno il poeta. Qualsiasi forma di censura, mentale, morale, emotiva o fisica che sia, proveniente sia dall’interno che dall’esterno, è una barriera contro l’autoconsapevolezza”.

Infatti in “The love book” leggiamo:


Sono nuda contro di te
e metto la mia bocca su di te lentamente
vorrei tanto baciarti
e la mia lingua ti adora
sei bellissimo
il tuo corpo si muove verso di me
carne a carne
la pelle scivola sulla pelle dorata
come la mia verso la tua

la mia bocca la mia lingua le mie mani
il mio ventre e le mie gambe
contro la tua bocca il tuo amore
scivola…scivola…
i nostri corpi si muovono si uniscono
insopportabilmente
il tuo viso su di me
è il viso di tutti gli dei
e demoni bellissimi
i tuoi occhi…
amore tocca amore
il tempio e il dio
sono uno


copulare con amore-
conoscere il tremito della tua carne dentro la mia-

sentire spesse dolci linfe scatenarsi

corpi sudati stretti e lingua a lingua

sono tutte quelle donne dell’antichità innamorate del sole

la mia f… è un favo siamo coperti di venire e miele

siamo coperti l’un con l’altro la mia pelle è il tuo sapore

copulare-copulazione d’amore-copulare il sì intero-


l’amore fa fiorire l’universo intero-io/te

riflessi nello specchio dorato siamo l’avatar di Krishna e Rada

puro amore-brama della divinità bellezza insopportabile

carnale incarnato

sono il dio-animale, la dea f…spensierata il dio animale maschio

mi copre mi penetra siamo diventati un angelo totale

uniti nel fuoco uniti nel seme e sudore uniti nell’urlo d’amore

sacri i nostri atti e le nostre azioni

sacre le nostre parti e le nostre persone


In un suo saggio intitolato Con amore (San Francisco Oracle,n.4, Dicembre 1966) Lenore Kandel scrive:”Il libro dell’amore è precisamente ed esattamente quel che implica il titolo, un libro che tratta certe manifestazioni dell’amore. Non “ fate l’amore” come eufemismo per il rapporto sessuale, ma fare l’amore, cioè la trasmissione dell’energia estatica da un corpo all’altro. L’invocazione, il riconoscimento e l’accettazione della divinità dell’uomo attraverso l’amore fisico. Sei bello. Siamo tutti belli. Sei divino. Siamo tutti divini. Se negli angoli segreti della tua mente ti trovi brutto e sporco e indegno dell’amore, ti sarò impossibile dare e ricevere l’amore. Se trovi che il tuo corpo e soprattutto le tue parti genitali sono brutte e vergognose, sarai incapace di usarle con amore”.

Nello stesso numero del S. Francisco Oracle del 4 Dicembre 1966 Lenore pubblicò quest’altra bellissima poesia:

Poesia dell’Illuminazione


Siamo stati tutti fratelli, ermafroditi come le ostriche

donando le nostre perle sbadatamente

nessuno aveva ancora inventato la proprietà

né la colpa né il tempo

guardavamo passare le stagioni, eravamo cristallini come neve

e ci fondevamo gentilmente in forme più nuove

mentre le stelle ci ruotavano sopra la testa

non avevamo imparato a tradire

i nostri esseri erano perle

irritanti trasmutate in splendore

e offerte sbadatamente

le nostre perle diventarono più preziose e i nostri sessi

statici

la mutabilità fece crescere una conchiglia, scoprimmo diversi

linguaggi

parole nuove per nuovi concetti, inventammo orologi e sveglia

barriere lealtà

tuttavia…perfino ora…facendo finta di comunicare

infinite percezioni

mi ricordo

che siamo tutti stati fratelli

e offro sbadatamente


Vorrei ora accennare a qualche altra opera poetica di Lenore Kandel. Un’altra sua raccolta si intitola: Word Alchemy

Eccone alcuni versi:


Credimi veramente quando ti dico che tu sei bellissimo

io sono qui e ti guardo fuori dalla visione dei miei occhi

e dentro la visione dei tuoi occhi e ti vedo e tu sei

un animale

e io ti vedo e tu sei divino e ti vedo e tu sei

un divino animale

e tu sei bellissimo

il divino non è separato dalla bestia, è la creatura totale che trascende se stessa

il messia che è stato invocato è già qui

tu sei quel messia che sta aspettando di rinascere nella consapevolezza



tu sei bellissimo; noi siamo tutti bellissimi

tu sei divino; noi siamo tutti divini

la divinità diventa visibile nella nostra autoconsapevolezza

accetta l’essere che sei e illuminati

attraverso la tua stessa chiara luce


Secondo il critico americano John Yates nessun altro poeta ha superato Lenore Kandel in profondità, intelligenza o audacia nella visione poetica. “Il suo lavoro mostra chiarezza, tecnica eccellente, stile, passione e coraggio nell’avventurarsi nella terra incognita del cuore umano. La scrittura di Lenore celebra la sacralità e la bellezza dell’animale umano. Eppure l’establishment letterario l’ha relegata a una nota a piè di pagina nella storia dei Beats e degli Hippies, dando più peso al processo per oscenità di The Love Book che al libro in se stesso. Altri la nominano solo come il modello per il personaggio di Ramona Swartz nel romanzo di Kerouac Big Sur, oppure come partecipante ai raduni degli happenings dei Diggers durante i giorni della controcultura di S. Francisco. La maggioranza dei critici la ignorano e il suo nome è assente dalle liste dei poeti Beat. I suoi libri non sono più pubblicati, il suo stile e la sua onestà sono considerati privi di fascino e retro. C’è da chiedersi perché ciò è accaduto. La risposta sta forse nel sessismo che ancora regna nel mondo della poesia. Inoltre Lenore è vissuta in un età in cui c’erano le buone ragazze e le cattive ragazze e le buone ragazze non scrivevano sullo “Scopare con amore” che è il titolo di un suo poema. Ma il colpo finale alla poesia di Lenore venne dal nascente femminismo che cominciò con il celebrare le donne, come faceva Lenore, ma ben presto assunse un carattere marcatamente asessuale e antisessuale. Divenne impossibile per una scrittrice essere accettata da altre donne se celebrava la propria sessualità e specialmente se celebrava l’amore per gli uomini”.
Secondo John Yates nel ’70 il femminismo americano si alleò con la chiesa cattolica e il fondamentalismo protestante per condannare l’erotismo come una manifestazione della femminilità e ogni connessione tra l’eros e la spiritualità.

Lenore Kandel ebbe una vita avventurosa e per certi versi drammatica. A metà degli anni ’60 in una cooperativa di scrittori conobbe William Fritsch, soprannominato Sweet William, che si innamorò immediatamente di lei. Quello che accadde fu che i due si misero insieme e Lenore lo seguì nelle sue scorribande sulla sua Harley Davidson e nella vita spericolata nel gruppo degli Hell’s Angels. Di S. Francisco. Nel ’70 i due ebbero un grave incidente di moto e Lenore rimase gravemente ferita alla schiena, tanto da non camminare più come prima. Da quel momento, dopo una lunga permanenza in ospedale, Lenore visse gli ultimi quarant’anni della sua vita ( è morta nel 2009) nel suo piccolo appartamento, uscendo raramente per qualche reading. Pare che in questo anni passati in casa abbia scritto molto, tutti manoscritti ancora inediti e che sarebbe molto interessante vedere pubblicati.

Infine vorrei accennare ad altre poesie di Lenore, non contenute in The love book e di tutt’altro argomento. Una bellissima è di argomento sociale e politico, affrontato però in un linguaggio indiretto, allusivo, metaforico; si intitola: Prima massacrarono gli angeli.
Eccone alcuni versi:

Prima massacrarono gli angeli

legandogli con corde le esili gambe bianche

e

aprendogli la gola di seta con gelidi coltelli

Morirono battendo le ali come polli

e il loro sangue immortale bagnò la terra in fiamme,

noi guardavamo dal sottosuolo

dalle lapidi, le cripte

mordendoci le dita ossute

e

rabbrividendo nei nostri sudar! macchiati di piscio

I serafini e i cherubini non ci sono più

li hanno mangiati e han succhiato il midollo dalle loro ossa

spezzate

si sono puliti il sedere con piume d’angelo

e ora percorrono le strade disselciate con

occhi come brace ….


Un’altra poesia affronta il problema della droga nella S. Francisco degli anni ’60, si intitola: Blues per sorella Sally

Bimba dalla faccia di luna con le braccia di cocaina

diciannove estati

diciannove amanti

novizia dell’angelo dei drogati

sorella laica del genere umano penitente

sorella nella marijuana

sorella nell’hashish

sorella nella morfina

contro il sudicio lavandino del bagno

si riempie le braccia di vita

(santo, santo)

porta la stimmata ( santo, santo) del cristo delirante

( santo, santo)

santo ago

santa polvere

santa vena

cara signorina dal cuore infranto….



 

 

Pubblicato da Dianella Bardelli

In questo blog sono presenti miei racconti, mie recensioni di romanzi e saggi su vari argomenti, soprattutto sulla letteratura della beat e hippy generation. Scrivo romanzi, spesso ambientati negli anni '70-'80'; e poesie; ne ho pubblicati alcuni : Vicini ma da lontano, I pesci altruisti rinascono bambini, Il Bardo psichedelico di Neal ; è un romanzo sulla vita e la morte di Neal Cassady, l’eroe di Sulla strada. Poi ho di recente pubblicato il romanzo "Verso Kathmandu alla ricerca della felicità", per l'editore Ouverture; ho pubblicato un libretto di poesie: Vado a caccia di sguardi per l'editore Raffaelli. Ho ancora inediti alcuni romanzi, uno sulla vita e la poesia di Lenore Kandel, poetessa hippy americana; un secondo invece è un giallo ambientato nella Bologna operaia e studentesca del '68; un terzo è è sull'eroina negli anni '80 a Milano e un altro ancora sul tema dell'amore non corrisposto. Adoro la letteratura della beat e hippy generation, soprattutto Keroauc, Ginsberg e Lenore Kandel. Scrivo recensioni su http://samgha.me/ e http://cronacheletterarie.com/ mio profilo in Linkedin: http://www.linkedin.com/pub/dianella-bardelli/45/71b/584

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