Da anni non mi chiedo più perché mi piacciono certe cose e altre no; per me questo significa ascoltare il cuore che è la sede di tutto quello che conta e che personalmente mi preme. Anche per l’arte è così e a maggior ragione per la poesia che mira dritta dritta al cuore e quando non lo fa sbaglia.
Adoro la poesia di James Koller, penso che abbia nel percepire e nello scrivere un dono, quello magico di entrare nel profondo di quel che vive e palpita, donne, uomini, animali e piante.
All’inizio di questa raccolta di poesie James scrive:
“Quando metto insieme un libro di poesie nuove, le attraverso per decidere se la loro direzione è consistente. Quelle che non sono allineate le lascio fuori. Le poesie raccolte in ” Nevi andate” sono state scritte in un arco di tempo di trentotto anni, dal 1964 al 2002. Le poesie più vecchie hanno in comune il fatto di non essere state inserite nei primi libri . A quel tempo pensavo che fossero inconsistenti, rispetto a quanto accadeva nella mia vita o nel mio lavoro in quel momento. Mi rendo conto che le poesie raccolte qui danno probabilmente, meglio di qualsiasi altro mio libro, un’idea del mio lavoro nel suo complesso – presentano una vita & un lavoro che sono stati quello che sono stati, senza bisogno di consistenza”.
Di questa introduzione mi ha colpito soprattutto questa frase: “presentano una vita & un lavoro che sono stati quello che sono stati, senza bisogno di consistenza”. Che bello! Che capacità di entrare dentro se stessi, capirsi e accettarsi. In questo senso la poesia di James è sempre rispecchiamento di vita interiore, ma nelle cose. Unione di spirito e materia quindi, di interno ed esterno.
Ecco alcuni esempi tra i tantissimi presenti in questa corposa raccolta. Ve li presento nella traduzione di Rita Degli Esposti, che è la traduttrice di Koller per le sue pubblicazioni in italiano.
Due volpi abbaiano & giocano
con tanto trasporto, che ci svegliano tutti.
Sono in amore, dice lei.
Sdraiati sotto le coperte,
le ascoltiamo, come ascoltavamo
attraverso muri sottili di alberghi da pochi soldi;
siamo lì con loro
alla luce della luna, nella neve
e ci tocchiamo. 12 gennaio 2002
Alle tre del mattino
mi sono svegliato, mi sono vestito
nella stanza buia,
sono uscito dalla porta
nella luce fortissima della luna.
Ero certo che lei fosse con me,
i capelli scuri arruffati, una selvaggia,
Eravamo due lupi
passavamo silenziosi sulla mesa. 20 marzo 2000
E questa unione di mente e realtà esterna la trovo perfettamente realizzata anche in queste tre brevi poesie, e in questo caso come in molti altri nel campo potico, la brevità è un merito:
Chi dorme in questi boschi?
Quali spiriti nutrono la vita?
I corvi parlano con lui. 7 marzo 2000
Luna brillante su neve fresca.
Lei ha sognato cervi. All’alba
ha trovato le orme dei loro zoccoli.16 marzo 1999 per Maggie
Da un albero al margine del bosco,
un falco guarda l’erba muoversi in basso.
Mi vede. Bonjour.
Ma ho trovato meravigliosa anche una poesia che è ben più lunga, ma così densa, corposa e commovente. Non è facile trovare la chiave poetica attraverso la quale la natura, anzi un dettaglio colto nella natura, meglio se selvatica, diventi davvero lo specchio dell’anima, dei suoi stati mentali, più che delle sue emozioni; stati mentali che nelle poesie di James sono sempre stati mentali meditativi, frutto di lunga attenzione, di ore a guardare e sentire e sentire dentro di sé quel che accade. Come abbiamo imparato da Ginsberg, infatti “inutile scrivere se lo spirito non guida”.
Sotto cieli nuvolosi, né ghiaccio
negli stagni, né brina
sui prati, foglie secche
frusciano sorde contro questi steli di granoturco.
Mi piacciono i toni del marrone.
Le siepi dall’argento al grigio,
& burroni, fenditure & dirupi sono
gialli fuori stagione, perfino verdi.
Fa differenza
che il falco
capisca causa & effetto?
Non per i conigli o i topi,
o gli uccellini.
Quanti falchi
corrispondono a una vita?
Il sole si fa largo
per squarciare le nuvole,
spande la sua luce gialla
dentro gli alberi spogli, dentro
l’oscurità che rotola verso ovest
sui campi vuoti –
Non vedo nessuno. C’è solo
quest’unico falco.
Posso contare gli anni che ho passato
guardando i falchi cacciare
Au revoir. 3 dicembre 1999 per mio padre ( 28 settembre 06 – 25 marzo 94)
E poi ci sono le poesie in ricordo degli amici, come Franco Beltrametti, una per tutte:
CARO FRANCO:
Ti ricordi Amsterdam? Camminando
guardammo in alto,.
c’erano due giocolieri
che si passavano una palla, da tetto a tetto.
Dov’è tutto questo, adesso? 15 settembre 1995 per Franco Beltrametti, 1937 – 1995
Il “Dov’è tutto questo adesso”, credo so riferisca non solo al tempo passato con il più caro amico della vita di James, ma anche a quel tempo in cui capitava che ci si passasse la palla da un tetto all’altro e non in un circo o in uno spettacolo televisivo, ma per strada e questo non ad un festival di buskers, ma nella vita di tutti i giorni.
E poi ci sono le poesie d’amore, come questa del 1988:
Le mie braccia intorno a lei, la tenevo stretta a me
& il suo corpo si inarcò, lontano da me
& la baciai, le baciai le
labbra, & lingua a lingua
le baciai la curva posteriore del collo
le mordicchiai le orecchie
attraverso la cascata scura
dei suoi capelli folti.
Dovrebbe esserci sempre tempo
per questo, disse.
Il cielo era blu & limpido
& l’aria era fresca
& la prima foglia rossa
stava lì nel profondo verde.
Mi rende triste, disse –
& vidi lacrime nei suoi occhi
le prime lacrime
mai viste in quei teneri occhi castani
& furono una sorpresa
come le foglie rosse.
Dovrebbe esserci sempre tempo,
ma non c’è. Aprile 1988
Anche questa poesia di argomento amoroso mi è piaciuta molto, è del 1985:
Lei disse che le piaceva guardare la mia mente al lavoro.
Anche a me piaceva la sua mente – le increspature & le onde.
Ti faccio vedere la mia se mi fai vedere la tua. Maggio 1985
Queste poesie di James sono un diario a ritroso lungo 38 anni, sembra di vedere qualcuno che su un cavallo immaginario attraversa il tempo guardando le nuvole passare in un cielo eternamente azzurro. A volte il cavallo va lento perché chi lo guida è pensoso, riflette sul suo passato, a volte va veloce, ha fretta, come in questa poesia degli anni ’70 che in me suona come una poesia spontanea e improvvisata, appunto di corsa sulla scia di un’improvvisa e fulminea ispirazione:
Arrivare sul fiume arrivare dentro
con la marea che arriva piano
acqua che lambisce il fango, così
dolce, sembra di sentire un cane giallo
che beve acqua, piano, gli uccelli
si svegliano, piano, stendono
le ali, piano, pesce, scivola
svelto & facile fuori & dentro
nell’acqua
Dormirò a bordo
ascolterò il fiume
che mi culla e mi addormenta. Lucciole.
O piano & facile, cullami
piano & facile, cullami
e addormentami addormentami. Lucciole. 5 luglio 1978
E questa non è pazzesca?:
AUTOBIOGRAFIA A 42 ANNI
La stanza è molto piccola.
C’è pochissimo spazio.
Sarebbe meglio un camion. 31 maggio 78
E poi ancora l’amore, come sempre in James raccontato nei gesti, e sembra di vedere un film:
Nei miei sogni i suoi denti storti
si notano appena. Con una luce negli occhi
si toglie i capelli dalla faccia
si spalma la farina sulle guance rosse.
Le guardo le braccia, la vita –
mentre impasta, scivola dentro la farina.
Manda un acre odore di lievito –
ha il sapore del burro fuso.18 gennaio 1978
Infine vorrei citare una poesia del 1977, sembra scritta 38 anni dopo, c’è lo stesso spirito, lo stesso modo di osservare il mondo, di capirlo e di amarlo:
Sopra di me sento scricchiolare foglie secche.
Mi fermo. Non è ancora l’alba.
La strada dove cammino è coperta di neve.
Non ci sono foglie sugli alberi scuri.
Qualcosa si sveglia, si spaventa, batte le ali &
Caw Caw Caw
diventa un corvo. 19 febbraio 1977
Una selezione di poesie di questa raccolta si trova in un piccolo libro edito dalla rivista Lato selvatico ( http://www.sentierobioregionale.org/letture.html ); sono in inglese e in italiano (nella traduzione di Rita Degli Esposti); questo piccolo volume può essere richiesto scrivendo a [email protected], tel 0376/611265
James Koller, poeta americano, Oak Park ( Illinois) 1936
James Koller, Snows gone by, La Alameda Press, 9636 Guadalupe Trail NW, Albuquerque, New Messico 87114, 2004, 136 pagine, 16 dollari
http://www.laalamedapress.com/books/snowsgoneby.html
http://www.coyotesjournal.com/