Dieci minuti
L’angolo destro della stanza ovale,
un angolo piccolo tondo maschile,
un cucciolo minuscolo, una specie di formica
anzi una fila di formiche
ininterrotta, nera che circonda la stanza ovale.
Sono loro le formiche o i cuccioli minuscoli
a fare gli angoli, sterzano qua e là
deviano ogni tanto dalla linea monotona,
tonda, sempre uguale della stanza,
del tondo della stanza ovale bianca.
Non è una stanza,
le pareti cambiano,
sono cambiate e cambiano ancora,
è un uovo dalle pareti porose, diseguali
piene di rughe, d’avvallamenti
come la luna vista da qui, da questa nostra Terra
che ci sembra vicina e non solo bianca
ma anche piena di buche, solchi, errori
porosa, non lucida,
amara, che non si conosce.
L’uovo è lontano, sparito
chissà dove,
si sono aperti gli angoli, non li vedo più.
Hai notato, è quasi primavera e già si guarda la luna
e a lei si pensa con la mente sognante
quando esci dal caldo della stanza,
del locale, della musica
dei regali, della torta e guardi il cielo
e ti domandi come hai potuto allontanarti da lì,
dalla luna e dal cielo nero delle stelle
in fila e sparpagliate.
Ma c’è un triangolo di cielo azzurro ora davanti a me
E anche la luna, la torta e le stelle
e la ghiaia allegra sotto i piedi
e il tornare a casa lieti sono spariti.
Non so dove sono e dove andranno i pensieri e le immagini-
li penso come onde, spiriti
che se vanno dalla nostra testa
e vanno verso l’alto come il fumo,
il vapore e il caldo.
Il triangolo azzurro invece ora c’è dentro fuori di me,
mi guarda assoluto, mi guarda
non mi parla di sfumature, emozioni,
è un azzurro senza se e senza ma,
senza nuvole insomma.
Difficilmente se ne andrà da solo-
Bisognerà semmai scacciarlo.
Ama il prossimo tuo come te stesso…??!
La Bibbia ci dice di amare il nostro prossimo ed anche di amare i nostri nemici; probabilmente perché di solito si tratta delle stesse persone.
Gilbert Keith Chesterton
Prossimo: uno che ci è stato imposto di amare come noi stessi e che fa di tutto per farci disubbidire.
Ambrose Bierce
Nessuno si è mai ammazzato perché non riusciva ad amare il prossimo suo come sé stesso.
Marcello Marchesi
Se l’io è detestabile, amare il prossimo come sé stessi diventa un’atroce ironia