nubi
passano-
a volte restano-
alte sulla luna
nubi
nubi
passano-
a volte restano-
alte sulla luna
nubi
il corridoio
è lungo il corridoio-
tante piastrelle rosse-
di qua di là un film che scorre-
adesso,
ma è già lontano
cercare – trovare
per come la vedo è anche cercare cercare dirsi non so a tutte le domande
solo non so-non so neanche se dire non so a tutte le domande sia non solo la
risposta giusta ma neanche la risposta- una cosa sicura è che se c’è domanda
e risposta c’è dualismo e quindi si rimane nell’errore-chiedo aiuto alla piccola amica
pioggia al piccolo amico passerotto o usignolo che là sul ramo o sul tetto se la urla
finchè vuole e finchè ha voce nella sua piccola gola-
ticchettio lieve ora
che quasi si spegne
neanche uno sgocciolio
la pioggerellina si vede ma non si sente più
però sul viso arieggia
un fiato fresco
muove i capelli
accarezza le guance
rende chiaro lo sguardo-
solo la vita che va-
nient’altro
pozioni
pozioni antiche
grandi
a volte senza tempo-
per le pozioni piccole
spesso vorrei cantare-
indicare voci
andare poco a spasso
cercare e poi trovare.
A volte non è facile
avere cose piccole-
molto c’è da aspettare.
Avere una pozioni
piccola-saporita
dorata-dolce
velenosa per capire
non è da tutti-
per pochi volontari
amici che camminano
a coppi sulle strade bagnate
di pozioni argentate
calpestate da pochi-
sono strade straniere.
Stazioni a capofitto
ne conosco a palate
non piccole pozioni
ma finestre più grandi
che danno sulle strade
anche le piazze grandi
sui prati abbandonati
sulle siepi coperte
di foglie poco note-
son pozioni di vita
di poco conto, ma grandi
Zivago
ricordo l’ottobre-
marciavano
altri vagavano.
Jura nell’erba alta
l’unico a non combattere-
alla fine
imbracciò il fucile
rifugio
c’è un piccolo rifugio
in mezzo al grano-
ci si tuffan sempre
passerotti neri-
famelici due gatti
l’annusano,
ma dentro profuma
di Santità Dorata-
accanto due lumini fiochi
e una mente dubbiosa
in meditazione
niente parole,insegnamenti
benedizioni, cerimonie
sorrisi, inchini-
solo il corpo
e il suo respiro
Bologna
sulla città
corto sole che muore-
sui tetti, gli abbaini
le belle altane dalle tende rosse-
s’esalta un cielo
cupo- cobalto
drammatico, umano-
da dramma umano, dico.
Questa città
di vecchi mangiatori
non ci piace-
ci guardiamo intorno
con aria spaurita,
euforia strana
che ci coglie
preparati, assoluti
assenti-
scaglie d’un tempo
che da troppo è passato.
Portami lontano-
alzami alla tua altezza.
chissà com’è Bologna-Marrakesh
l’attenzione
la stanchezza
è il caldo fremente
delle piante dei piedi
dopo una lunga camminata-
l’attenzione
è l’attenzione alle piante dei piedi
dopo una lunga camminata-
rivelazione improvvisa
di cosa sia davvero
l’attenzione-
la presenza della mente sul corpo
è sentire con l’attenzione
le piante dei piedi
piano piano meno calde
meno frementi-
piano piano sentirle più rilassate
e poi dopo un pò
quasi non sentirle più-
la mia attenzione
il mio esercizio d’attenzione
comincia dai piedi.
parole
faccio insieme tante cose-
guardo, ascolto
spero di trovare
non cerco-
aspetto soprattutto
la fine di tutte
le parole
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