“Quella notte ho fatto un sogno, uno di quelli che più che sogni sembrano doni, curativi e puri come un ruscello gelido e incontaminato”
Fin dalle prime pagine capiamo una cosa sulla scrittura in generale e su quella di Patti Smith in particolare: l’efficacia dei dettagli. Anche la descrizione di un luogo qualunque ( forse descritto da altri molte volte ) diventa interessante e “visibile” per chi legge grazie alla cura quasi maniacale dei dettagli. “L’anno della scimmia” è diverso d tutti gli altri libri di Patti Smith. Qui più che introspezione c’è questo mischiare senza soluzione di continuità, realtà e sogno, credo per mostrare a noi lettori come, almeno nella vita di Patti, le due sfere di esistenza si confondano tra loro continuamente. Pare volerci dire: davvero pensate che ci sia tra loro differenza? Non è vita vissuta anche il sognare? Personalmente non ho dubbi su come rispondere a questa domanda. Anzi, nel mio caso, il sogno è più reale e significativo della vita di veglia.
Le mie recensioni dei libri di Patti Smith: https://www.cronacheletterarie.com/2019/07/11/just-kids-di-patti-smith/
https://www.cronacheletterarie.com/2019/03/07/devotion-di-patti-smith/
http://lascrittura.altervista.org/patti-smith-m-train-cosa-penso-di-questo-libro/
La Patti Smith scrittrice non è da meno della cantante