per il Venerabile Maestro Ghesce Ciampa Ghiatso
e dopo tutto é diventanto
silenzio, attesa, riposo-
perdita di senso
dello scrivere, lavorare
sognare, progettare-
solo sollevare la terra nell’orto
pare ancora essenziale
per il Venerabile Maestro Ghesce Ciampa Ghiatso
e dopo tutto é diventanto
silenzio, attesa, riposo-
perdita di senso
dello scrivere, lavorare
sognare, progettare-
solo sollevare la terra nell’orto
pare ancora essenziale
Autunno
Le foglie secche-
umida o gelata
la terra le disperde
le aspira, le disfa-
scendono dai rami
con quel suono cadenzato,
quel lieve fruscio leggero
senza peso-
come un pensiero sveglio
educato ma deciso
che matura
e diventa parola
Suoni altissimi, roboanti, urlati-
mille trombe squarciano un’aria spessa
dove non c’è più spazio-
una canzone canta il cuore immacolato-
l’egoismo per me è un suono piatto
sottile, soffiato appena
come un venticello che passa-
s’alza il volume,
le trombe scalzano le voci-
era un parlato melodico,
s’è perso nel bianco della voce infantile-
c’è un violino
che vuole superare le mille trombe
e un contrabbasso gigantesco, gutturale
che arriva più in basso, oltre il quadro
e un sole bianco che chiama-
è un jazz stanco, chiazzato
che non si governa più-
note alte come zigomi-
la coltre del piano li azzera tutti
foglie d’autunno
l’albero si specchia
nelle sue foglie perse-
un arco rosso
chiuso e longilineo
che da solo s’allarga
ai margini più rado-
simmetrica bellezza
assoluta, totale
che non ha una mano
una decisione
un pensiero-
frutto lo stesso
d’un calcolo ampio
di rette, angoli, curve-
in un atto solo
Apri un sito e guadagna con Altervista - Disclaimer - Segnala abuso - Privacy Policy - Personalizza tracciamento pubblicitario