Cielo d’agosto –
mutevole
spaventoso
e fondo
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Cielo limpido
Cielo limpido
ma limitato –
mobile
ma circoscritto –
un lembo di cielo
più che il cielo infinito
della mente
Il suono della’alba
Un mare di foglie
che ondeggiano rumorose
accendono immagini
di fili bianche e sottili –
l’oscuro suono
come di attesa e triste
si illumina
ad occhi aperti
di un cielo chiaro cobalto
Verde su verde (mattino)
Verde su verde
e rosa –
punto di vista a strisce
nette, colorate –
più scura la fila,la massa d’alberi
sotto più chiaro nel verde il campo –
alta la massa rosa del cielo
Colori
Oggi il cielo è bruma calda
tra vomitar di spari
abbaiare, cinguettare
gracchiare di merli-
tra scrivere
concentrarsi
immaginare-
poi pallido un sole
lento e cremoso
illumina la nebbia-
diraderà
diventerà celeste il cielo
s’asciugherà l’erba
verdissima d’ottobre
nel pomeriggio, forse,
si potrà tagliare-
m’avvolge una coperta
color d’arancio
Dopo la pioggia
dopo la pioggia
specchi d’acqua
duplicano il mondo-
il cielo in terra
Tre macchie in cielo
Primo mattino-
tre macchie di celeste
a ingentilire il cielo-
un’impressione d’azzurro
ma non di spazio,
coperto, ristretto
da nubi spesse e nebbia-
le macchie chiare hanno un potere,
aprono gli occhi ancorché
assonnati, annoiati
senza attesa di sorprese
da questi giorni grigi-
questo celeste che illumina
diventa allora
il mantello dei santi
o lo sfondo di Tangka
antichi e misteriosi
o quello di mistiche annunciazioni
o l’apertura su colline
di dipinti italiani
o il perfetto cielo
della città ideale-
queste tre piccole aperture azzurre
correggono l’umore neutro
lo mutano in un momento, vero,
d’allegria
ombra, nube, vento
c’è un’ombra-
come un ladro agisce di sbieco
tra i mattoni rossi
e i rami tozzi e bassi
del melograno-
si muove furtiva e si nasconde
come volesse prenderti alle spalle-
in alto
bianche nubi di pioggia
elettriche e tuonanti
fuggono il cielo-
il vento soffia libero
come in un giardino
da tempo abbandonato
Cielo all’alba
Ho visto il cielo
aprirsi dopo l’alba
a un chiarore lunare-
oltre un’aria cupa, cobalto,
si mangia tutta la luce-
a volte accarezzo i miei pensieri-
li cullo invece di ignorarli,
mi curo di loro
un cielo troppo chiaro
c’é un cielo oggi
chiaro, profondo-
un abisso insondabile,
misterioso, angosciante
troppo per noi grande-
in cima vola
un oggetto metallico
che si fascia
ad un tratto di sole-
vola veloce
verso chissà quali avventure,
incontri-
l’America magari,
N.Y magari-
quella dei mie
antichi fratelli
che proprio stamattina
ho visto
in un film noioso:
Pull my daisy-
ma c’erano alcuni di loro
e c’erano i loro miseri
affascinanti oggetti,
piatti, una cucina,
una porta
che s’é aperta:
volti gioioso,
lisci, parlanti, sorridenti-
in un altro misterioso film
c’era Neal
nella sua camicia stretta,
nella sua disinvolta velocità-
accanto ad un Allen
barbuto, lento
con una gran camicia bianca.
Guardo quell’oggetto
metallico e veloce
che corre
così tanto, troppo in alto nel cielo
e penso a voi
a voi sempre