Ginsberg Allen, Facile come respirare

Depresso tutta la settimana, ho letto i quotidiani e il Time,
poi ho letto i Cantos e mi sono sentito meglio.
Gli accademici ignoravano Pound, Williams, Louis Zukofsky,
Mina Loy, Basil Bunting e la maggior parte degli scrittori
che si ispiravano a Whitman e alla tradizione della forma aperta d'America.
Noi portavamo avanti una continuità storica, da persona a persona.( A.G.)

 

Questo piccolo libro contiene alcuni saggi di Allen Ginsberg sotto forma di diario o conversazioni risalenti ad anni che vanno dal 1967 al 1975.
Il primo testo contiene il diario tenuto da Allen tra il 21 Ottobre e il 2 Novembre del '67, di alcune conversazioni con Ezra Pound avvenute a Venezia; il secondo è la registrazione di una conversazione sulla beat generation avvenuta tra Yves Le Pellec e Allen nel suo appartamento nell'Agosto del '72; il terzo testo è il resoconto di una lezione sulla “poetica spirituale” tenuta da Allen all'Università buddista “ Naropa Insitute “ nel Luglio del 1974; il quarto testo si riferisce ad un'altra lezione tenuta sempre al Naropa Insitute sulla poetica di William Carlos Williams; il quinto testo è un semplice elenco di suggerimenti sulla scrittura.
Per chi voglia capire meglio le caratteristiche e il lignaggio a cui appartiene la poesia di Allen Ginsberg questo è, a mio parere, un libro fondamentale. Come l'altro “Da New York a S. Francisco”, che contiene, oltre alla lunga poesia del titolo, un saggio sulla poetica dell'improvvisazione.
Incontri con Ezra Pound, note da un diario”, il primo di questi testi, ci mostra un quarantunenne Allen Ginsberg alla disperata ricerca di un contatto verbale con Ezra Pound, che di anni ne ha il doppio e nessuna voglia di parlargli. Ma Allen è educatamente insistente e così il vecchio poeta accetta la sua presenza alla pensione di Venezia dove alloggia con la compagna Olga Rudge, al caffè, nella chiesa dove va ad assistere ad un concerto, per i vicoli di Venezia.
A tavola con altre persone Allen gli chiede: “ Ti ricordi che ti stavo dicendo di Blake, di sentirne la voce?” ( esperienza riferita nella poesia “Un giorno” contenuta in
Diario Beat). Pound esita, “e poi ha sporto la bocca, ha annuito leggermente, girandosi dall'altra parte”. Ma Allen insiste. “ una serie di stati alterati di coscienza in un periodo di varie settimane, non c'è nessun altro modo di presentarlo se non attraverso le cose esterne percepite in quello stato, e ho continuato spiegando come la sua attenzione alle percezioni specifiche era stata di grande aiuto per me nel trovare il linguaggio giusto e nell'equilibrare la mia mente -e anche per molti giovani poeti – e ho chiesto ha senso per te? Sì, ha risposto, finalmente, e poi ha bisbigliato ma i miei lavori non hanno senso” (pag. 13).
Nella conversazione interviene anche un altro poeta presente. “ Ma la grande lezione ce l'hai data nella metrica, con il tuo orecchio, da cui hanno imparato tutti…la tua poetica è incredibilmente diretta”. “Solo acrobazie verbali”, ha risposto Pound riferendosi ai Cantos”( pag 14-15). Continua Allen. “ per quanto riguarda l'orecchio
William Carlos Williamsmi ha detto nel 1961: Pound ha un orecchio mistico. A te l'ha detto?- No, ha detto Pound, non me lo ha mai detto”. (pag 15).
A questo punto mi scuso ma vorrei fare alcune citazioni un po' più lunghe perché, a mio avviso, danno il senso di questo tentativo di Ginsberg di cercare un contatto con colui che reputa, insieme ad altri, un maestro del suo essere poeta. E nello stesso tempo danno il senso della reticenza di Pound nel rispondergli e del suo bisogno fisico e interiore di silenzio.
Ho continuato spiegando il valore concreto delle sue percezioni che si manifesta nella costruzione delle frasi, come punti di riferimento per le mie stesse percezioni sensoriali – ho aggiunto che gli umori – UMORI – gli antichi umori– la sua irritazione contro i buddisti, i taoisti, e gli ebrei – trovavano un loro posto, nonostante le tue intenzioni, come parti del dramma, della rappresentazione teatrale, della presentazione, registrazione del flusso mente-coscienzail Paradiso è la magnanimità del desiderio di manifestare percezioni coerenti nel linguaggio”.( pag 16). Queste parole di Ginsberg sono una sintesi di quello che lui intendeva per improvvisazione poetica, cioè la registrazione puntuale e sincera delle proprie percezioni, qualunque esse siano, senza censure. In questo senso tutto si giustifica perché, come dice, fa parte del dramma, inteso come rappresentazione teatrale del processo della mente.
Ecco cosa risponde Pound, in uno dei rari casi in cui gli dà una risposta usando molte parole e non monosillabi.
L'intenzione era cattiva – questo è il problema- tutto quello che ho fatto è stato per caso – qualunque cosa buona abbia fatto è stata rovinata dalle intenzioni, dalla preoccupazione per le cose stupide e irrilevanti”. Allen insiste a dirgli come il suo modo di percepire il mondo abbia avuto lui come modello: “le percezioni sono state fortificate da una serie di modelli pratici e precisi di linguaggio che sono disseminati nei Cantos come pietre su cui camminare…dunque nonostante le tue intenzioni, l'effetto pratico è stato quello di rendere più limpide le mie percezioni…e comunque accetti la mia benedizione?”. “ Sì l'accetto, ma il mio sbaglio peggiore è stato quello stupido pregiudizio provinciale antisemita, che ha rovinato tutto”. “ Ma no, perché chiunque con un po' di senso si accorge che è solo un umore, nel senso che fa parte del dramma – tu manifesti il processo dei tuoi pensieri, costruisci un modello di consapevolezza e l'antisemitismo è una delle tue stronzate, come l'essere contro il buddismo, ma fanno parte del modello che si sviluppa: il risultato più importante è quello di essere riuscito a costruire un modello funzionante della tua mente…”. ( pag15-16).
Il diario di Allen continua con il resoconto delle altre conversazioni avute nei giorni seguenti con Pound. Sono di una tristezza esasperante. Da una parte abbiamo l'insistenza dell'allievo che vuole che il maestro gli dica e gli insegni, lo confermi nel suo percorso di poeta, dall'altra un Pound che si sottrae a questo ruolo e che sembra desiderare solo di essere lasciato in pace, che guarda con indifferenza all'altrui ammirazione e che sembra guardare con indifferenza anche alla propria opera poetica. E che non ha più la voglia e la forza di scrivere ancora. “ Il tuo problema – chiede Allen a Ezra – è una depressione fisica che ti impedisce di registrare e riferire queste percezioni finali – forse quello che sei adesso?”. “La depressione è più mentale che fisica”, risponde Pound. ( pag. 23). L'ultimo giorno della sua permanenza a Venezia Ginsberg chiede a Pound: “ Come stai oggi? Vivo!”. Lui ha risposto: “ Peggio. E vivo!” (pag 28).
La conversazione-intervista registrata tra Ginsberg e Yves Le Pellec intitolata nel testo “La nuova coscienza”, contiene prima di tutto un'analisi elogiativa della scrittura di
Kerouac, soprattutto della sua opera poetica Mexico City Blues, che lui definisce “un grande classico…mi ha insegnato la poetica ed è una delle migliori presentazioni del buddismo in versione americana”. (pag. 33). Si viene poi a parlare dei primi anni del loro sodalizio quando erano insieme alla Columbia University di New York, del loro essere degli esiliati nella comunità degli scrittori. “ la maggior parte di loro scriveva di maniera, e le buone maniere in quei giorni erano Henry James e Jane Austin. Invece Kerouac scriveva della discesa degli angeli in tute da operaio, rifacendosi fondamentalmente alla vera, grande tradizione americana che va da Thoreau a
Whitman (pag. 40). L'intervistatore chiede. “Ma avevate la sensazione che stavate dando inizio a qualcosa si nuovo, che stava comparendo una nuova generazione?” (pag.42). Allen risponde di no, che semplicemente lui, Kerouac, Burroughs si sentivano lontanissimi nel loro modo di pensare e parlare dal “politichese di qualsiasi presidente, uomo di governo o anche letterato che sentivamo alla radio. L'etere era saturo di personaggi pomposi che non riuscivano a dire niente di spontaneo o di vero di testa loro”.(pag.42)
Se si pensa che Allen si riferisce alla metà degli anni '40, sono parole di una attualità quasi spaventosa. E aggiunge “ Whitman aveva appena finito di dire che la coscienza privata èla coscienza pubblica, che lo stato non esisteva (come essere vivente), che esistevano solo le persone…” (pag 44). Si va avanti con la spiegazione della posizione di Gisberg nei confronti della politica americana di quegli anni, decisamente diversa da quella da lui assunta negli anni '60. Inizialmente la sua posizione era totalmente apolitica, poi accadde che molte persone cominciarono a pensarla come lui e allora iniziò a impegnarsi pubblicamente su alcuni temi, come quello della libertà di espressione e il pacifismo.
Il discorso poi torna al piccolo nucleo di amici scrittori degli anni '40 e '50 e a temi letterari: “ Howl è decisamente influenzato dal metodo di scrittura di Jack”, dice Allen (pag. 56). Di Burroughs afferma che li aveva messi entrambi in contatto con la tradizione europea che loro non conoscevano; parla anche di quando Neal Cassady si unì al gruppo. “ Aveva un bellissimo animo aperto, molto americano-whitmaniano…Era l'immagine ideale dell'Adamo americano…del Billy Budd che aveva proposto Melville, del grande cittadino magnanimo che Whitman aveva proposto come inevitabile. Era la restaurazione della tenerezza nell'immagine maschile ideale e decisamente macho del duro ragazzo dell'Ovest” (pag. 62). Infine dice a proposito del piccolo gruppo di amici che poi saranno definiti i creatori della beat generation: “ stavamo portando avanti una tradizione, più che ribellarci. E' stato tutto interpretato nel modo sbagliato. Ci ribellavamo contro l'abuso accademico della letteratura, mai noi stessi andavamo dai maestri viventi per imparare le tecniche, per ottenere informazioni e ispirazione. Gli accademici ignoravano Pound, Williams, Louis Zukofsky, Mina Loy, Basil Bunting e la maggior parte degli scrittori che si ispiravano a Whitman e alla tradizione della forma aperta d'America. Noi portavamo avanti una continuità storica, da persona a persona. (pag. 74).
Sono parole su cui personalmente negli ultimi anni ho riflettuto e rifletto ancora, anche io; nel mio piccolo, isolato mondo mi ricollego a questa tradizione, specialmente alla concezione mistica e spirituale della scrittura di Kerouac e Ginsberg.
Il terzo e quarto testo di questa raccolta di saggi, come dicevo all'inizio, sono il resoconto di due lezioni tenute da Ginsberg tra il luglio e l'agosto del 1974 al Naropa Insitute di Boulder.
Sono testi di tecnica poetica. Prima di tutto Allen accenna alla riscrittura o meno nella poesia. “ Quello che ho fatto alle mie letture negli ultimi due anni è che a ogni lettura, o una sì e una no, improvviso una poesia sul palco, e di solito è la parte migliore dell'evento, almeno per me”. (pag. 78-79).
Poi tratta del verso lungo nella tradizione americana, lo stile spontaneo. Dice Allen “ E' una forma di base che segue il ritmo del respiro, un'inclusione della mente che può continuare oltre il singolo verso senza pausa, che può inserire in un solo respiro molte associazioni”.(pag. 80) Qui Ginsberg per respiro intende un'unità di pensiero che contenga “un intero mondo”. Questo può accadere ad esempio nella
meditazione buddista sul respiro durante la quale i pensieri, le associazioni mentali hanno l'estensione, il volume di un singolo respiro. Attraversano la mente a ondate misurate sul respiro. Dice Ginsberg: “la poesia diventa sempre meno intellettuale o verbale e sempre più fisiologica. Un modo di usare il proprio corpo, il proprio respiro, il respiro profondo” (pag. 93). “ La parte difficile è superare la tendenza alla censura – alcuni pensieri sembrano troppo imbarazzanti, troppo crudi, nudi, irrilevanti, impacciati, personali….ma questa è la parte più importante. Le parti che ti imbarazzano sono quelle poeticamente più interessanti” 8pag. 99). Aggiunge che questa è stata la sua esperienza con Howl; durante la sua stesura decise di rompere con tutto il suo modo precedente di scrivere e di “scrivere semplicemente quello che mi passava per la testa”. In questo modo si producono soprattutto frammenti, ma “ i frammenti sono già la poesia. Non bisogna lavorarci ulteriormente. E' proprio quello il segreto”. A questo punto uno studente gli fa delle domande da cui si comprende come non condivida questa tecnica di scrittura o perlomeno sia incredulo rispetto alla sua efficacia. Dice infatti “ non si finisce per scrivere tutta la robaccia che si ha in testa?”. Allen risponde che questo accade quando non si conosce la propria mente; ma lo studente ribadisce il suo pensiero. Allen allora pronuncia la frase diventata giustamente famosa tra i suoi estimatori, come me, ad esempio:“ la prima idea è la migliore”…una specie di formula: prima idea idea migliore”.
Aggiungo io: provare per credere.

Infine vorrei accennare all'ultimo saggio contenuto in Facile come respirare. Si tratta, come dicevo all'inizio di un saggio su William Carlos Williams . In esso compare la sua idea del “nessuna idea se non nelle cose”.Ginsberg a questo proposito fa l' esempio dell'albero, se lo si vuole descrivere nella sua specificità non va descritto nei suoi minimi particolari, ma “ qualunque dettaglio, qualsiasi particolarità di quell'albero che colpisce al primo sguardo o che si fa notare” (pag. 115). Afferma inoltre che secondo Williams nella poesia sono da evitare le similitudini e che sia meglio esprimersi con le azioni e con un linguaggio non troppo lontano dalla lingua parlata. 

Compare anche in
http://www.lankelot.eu/

 

Una risposta a “”

  1. la cosa bella della ricerca di Ginsberg è questa sua teoria che sia la mente ad essere poetica in quanto tale, per cui l'improvvisazione è il modo poetico della mente di percepire il mondo; teoria  affascinante che condivido

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