Che bello il tempo in cui 10.000 persone si radunavano intorno ad un macero della campagna emiliana per ascoltare il muggito di un presunto ” mostro” creato dalla fantasia di alcuni burloni che volevano prendere in giro i loro concittadini! In realtà si trattava di una povera rana un po’ più grande del solito che chissà cosa voleva dire con il suo huuuu…
Ci pensate oggi? Non si radunerebbe nessuno intorno ad un macero ( quei pochi che ancora esistono ), primo perché non crediamo più ai mostri ( ma agli Ufo sì…), secondo perché ce ne staremmo tranquillamente a casa nostra a vedere il video su youtube di un paio di pescatori che con il loro cellulare mostrano le immagine del macero e fanno ascoltare il presunto muggito del mostro.
Nel 1957, anno in cui è ambientata la storia raccontata da “Il mostro al saraceno”, la gente andava personalmente nei posti, si parlava, ingigantiva le voci che ascoltava in piazza, e soprattutto la gente emiliana viveva in piccole comunità dove c’era il barbiere, i circoli, le botteghe di ogni genere. Anche io oggi vivo n una piccola comunità emiliana ma non abbiamo neanche il bar. Tanto basta prendere la macchina…
Bellissima la copertina e le illustrazioni di Luca Ghetti; bellissime le zirudelle in dialetto;
preziosi i documenti dell’epoca contenuti nell’Appendice
Grazie per la bella recensione che ha colto in pieno lo spirito del libro.
Buongiorno, grazie a voi che avete pubblicato un libro di grande pregio, che spero leggano in molti