Recensione di: OlgaCampofreda , Caffè Trieste – Colazione con Lawrence Ferlinghetti

 Questo non è un libro sui poeti della beat generation, e neanche su Lawrence Ferlinghetti, e neanche su San Francisco, ma sulla passione di una scrittrice per tutte queste cose e alcune altre. Siccome condivido questa passione, anche se distribuita diversamente su autori e situazioni simili ma anche diversi, sono entrata con facilità nello spirito del libro. E ringrazio Andrea per avermi detto che sarebbe stato così.La passione per qualcosa non è quel qualcosa. La passione per qualcosa sei tu, quindi protagonista di questo libro è Olga stessa, il suo sguardo su San Francisco, sul Caffè Trieste, sui vecchi ( rispetto a lei che è giovanissima) poeti che incontra, verso i quali non nutre rispetto ma condivisione. Loro sono lei ( credo sia questo il suo pensiero, ma potrei anche sbagliarmi) quando sarà diventata brava come loro. Lo sguardo appassionato di Olga su tutto ciò che vede nella “sua” San Francisco, i bar, la spiaggia, il mare, la pioggia, il freddo, è lo sguardo di chi finalmente si sente abbracciato e corrisposto da ciò che ama. Questo libro è un grande caldo compassionevole abbraccio che racchiude e stringe tutto ciò che uno ha sempre amato e ama. Tutto ciò su cui ha sempre fantasticato. Tutto ciò su cui ha grandi aspettative. Che sono “meno”, per una volta finalmente, della realtà cui corrispondono. E’ difficile che ciò accada. Bisogna molto amare più che idealizzare. E’ capitato così a Fernanda Pivano, che i Kerouac, i Ginsberg, i Corso li ha frequentati per una vita intera. Pur mitizzandoli alla massima potenza Fernanda più che altro li amava. Ed è per questo che il mito non l’ha mai delusa, perché era alimentato da un grande, immenso amore, che a sua volta era alimentato dalla consapevolezza di trovarsi di fronte a dei geni. Per loro Fernanda si è sacrificata e non si è data anima e corpo alla poesia, come era in grado di fare, ma si è sempre prodigata per tradurre magnificamente e far conoscere qui da noi in Italia la loro epopea e la loro arte. Per capire quanto era brava Fernanda nella poesia basta ascoltarla nel cd Ecco del cantautore Mirko Menna; all’inizio la voce stupenda di Fernanda recita un suo brano poetico che Mirko, che vive quando non è in giro a suonare e cantare nel mio stesso piccolo paese, mi ha detto aver scritto in pochi minuti una sera che si trovavano insieme in un locale di Milano ( “ Il mattino conosceva lacrime e sole/ la notte conosceva lacrime e luna….).Tornando al Caffè Trieste vorrei parlare anche dello stile con cui il libro è scritto. E’ uno stile poetico e narrativo insieme, semplice, perché animato com’è dall’amore per ciò di cui si scrive non ha bisogno di artifici letterari. Quindi è uno stile personale. Individuale. Che assomiglia solo a se stesso e allo spirito che lo guida.
Nel libro si fa una grande attenzione alle coincidenze: coincidenze di incontri e situazioni. Mi hanno molto interessato e commosso. Olga le ha accolte come qualcosa di magico e protettivo. Se ne è stupita, ne è rimasta affascinata, come sempre quando con le persone ci accade qualcosa di bello. Sta diventando una mia convinzione il fatto che quello che la modernità chiama inconscio sia qualcosa che non sta
dietro di noi e le nostre azioni. Sta invece davanti a noi, ci precede, ci profetizza, ci indica la via da seguire, gli incontri giusti da fare.Sono pensieri strani, dirà qualcuno. Il fatto è che aver sostituito la spiritualità con la psicologia è il peggior danno che noi umani potessimo fare a noi stessi.Infine una riflessione sull’incontro di Olga Campofredda e Lawrence Ferlinghetti. Dice la scrittrice: “ E io che sono qui adesso, finalmente qui, ho aspettato per sentirmi parlare di com’era quando c’erano loro. Io che sono venuta ad esplorare i loro luoghi, voglio sapere da Lawrence com’era prima, com’era quando c’era Jack, e Allen e Neal, e Gregory e tutti i gli altri santi della vita” (pag.113).Ferlinghetti deve essere davvero stufo di quella domanda, gliela devono aver fatta troppe volte. Ma è una domanda che non si può non fare, l’adepto vuole sapere com’era quando c’erano i suoi maestri. Invece Ferlinghetti risponde: “Davvero ti interessa parlare ancora di tutta questa gente morta? Ad un certo punto del secolo scorso ci sono stati i beat. E sono stati grandi. Adesso è finito tutto, non ha più senso parlarne”. ( pag.113). Strana risposta per uno che della beat generation è stato un protagonista e ha progettato una piazza da dedicare a loro oltre che ad altri autori della letteratura mondiale. Forse anche Olga si è stupita di questa risposta? A lei che come dice, “quello che cerco è una strada. La strada: tutto quello che cerco” (pag. 114)? Dai Maestri a volte, spesso o sempre si accetta tutto, perché se su qualcosa non la pensano come noi avranno le loro buone ragioni, forse sì forse no anche migliori delle nostre.

 Olga Campofreda, scrittrice italiana, classe 1987, nata a Caserta, vive a RomaOlga Campofreda, Caffè Trieste – Colazione con Lawrence Ferlinghetti, Giulio Perrone editore, 2011

 blog dell’autrice: www.lagallinabianca.it

in lankelot: http://www.lankelot.eu/letteratura/campofreda-olga-caff%C3%A8-trieste-colazione-con-lawrence-ferlinghetti.htmlhttp://www.lankelot.eu/letteratura/campofreda-olga-intervisa-olga-campofreda.html

Pubblicato da Dianella Bardelli

In questo blog sono presenti miei racconti, mie recensioni di romanzi e saggi su vari argomenti, soprattutto sulla letteratura della beat e hippy generation. Scrivo romanzi, spesso ambientati negli anni '70-'80'; e poesie; ne ho pubblicati alcuni : Vicini ma da lontano, I pesci altruisti rinascono bambini, Il Bardo psichedelico di Neal ; è un romanzo sulla vita e la morte di Neal Cassady, l’eroe di Sulla strada. Poi ho di recente pubblicato il romanzo "Verso Kathmandu alla ricerca della felicità", per l'editore Ouverture; ho pubblicato un libretto di poesie: Vado a caccia di sguardi per l'editore Raffaelli. Ho ancora inediti alcuni romanzi, uno sulla vita e la poesia di Lenore Kandel, poetessa hippy americana; un secondo invece è un giallo ambientato nella Bologna operaia e studentesca del '68; un terzo è è sull'eroina negli anni '80 a Milano e un altro ancora sul tema dell'amore non corrisposto. Adoro la letteratura della beat e hippy generation, soprattutto Keroauc, Ginsberg e Lenore Kandel. Scrivo recensioni su http://samgha.me/ e http://cronacheletterarie.com/ mio profilo in Linkedin: http://www.linkedin.com/pub/dianella-bardelli/45/71b/584

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