Il primo sguardo
Nel mattino
di sole e cielo di cristallo
il primo sguardo
incantato e perso
sulle ultime foglie del gelso
gialle e verdi
di carta sottile
solida e viva
Il primo sguardo
Nel mattino
di sole e cielo di cristallo
il primo sguardo
incantato e perso
sulle ultime foglie del gelso
gialle e verdi
di carta sottile
solida e viva
Foglie secche e fresche petali rosa
Un letto profumato
perché rosa
confetto dolce
misura piccolo –
fossati, spazi
l'appena nato invecchia –
bellissimo confuso essere unico
di sé intero
senza condensazione d'esistere –
mosso anche di poco cambia
e il piccolo bocciolo verde sparisce
tra foglie nere luminose –
misuro la distanza –
abissale –
tra i miei occhi e il letto profumato
di vita giovane e vecchia –
nessuno raggiunge nessuno
perché nessuno davvero c'è –
tocco la bellezza
il nulla che tutto/tutti ci avvolge –
ho il potere di guardarlo
e anche di cambiarlo
spostarlo farlo essere
diverso
senza rispetto
Le foglie di Ungaretti
Otto foglie sui rami
spogli del gelso-
le ho riconosciute,
abbandonate e tristi
come passeri
affamati e imbelli
pendono ancora
mitiche, reali, umane-
sono quelle
di “ Si sta come d’autunno”-
anche Giuseppe
deve averle fissate a lungo
con il suo sguardo
pietoso e penetrante
di falco, di tigre buona-
foglie/ uomini
così distanti gli uni dagli altri
così isolati
impauriti
soli-
si guarda con gli occhi
ma si vede di più col cuore-
capire non è vedere
foglie d’autunno
l’albero si specchia
nelle sue foglie perse-
un arco rosso
chiuso e longilineo
che da solo s’allarga
ai margini più rado-
simmetrica bellezza
assoluta, totale
che non ha una mano
una decisione
un pensiero-
frutto lo stesso
d’un calcolo ampio
di rette, angoli, curve-
in un atto solo
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