Dentro i nostri confini
( Sala Borsa di Bologna)
S’accartocciano i colori-
spirali rosse
fumetti
gonne lunghe spiegazzate-
prestito-restituzione-
pavimento ricco
pietra preziosa
grigia-
“ho messo il letto”
piove luce bianca-
“un bel mobiletto”-
vigne alle pareti
zainetto ciclamino
pochi telefonini-strano-
uno ride da solo,
ma solo sembra-
un altro, più giovane,
ride davvero
solo
ma ha calzoncini corti
e gambe bianche-
“traballava”-
simboli sconosciuti
persiane azzurre
che belle!-
gente in vacanza
che non ha freddo-
siamo strani animali
camminiamo avanti e indietro
dentro i nostri confini-
come belve in gabbia-
in fondo-
qualcuno guarda in basso
interessato-
solo la bimba l’imita
“ una voce un poco strana”-
noi siamo turisti
solo turisti
e ci guardiamo intorno-
siamo animale
indifesi e tristi
giriamo intorno
a questa gabbia quadrata-
senza gioia-
abbiamo calzini neri-
troppo corti-
occhiaie e troppo vino-
oppure gambe nude
o già il piumini d’inverno-
due ragazze ridono-
beate loro-
altre parlano
di “ niente”- “ speranze”
apposta”- “ mi ha chiamato”-
una ha una bella sciarpa
ma se ne è già andata-
non la vedo più-
io passo un tempo-
certi scendono le scale
nero vestiti
altri salgono
su scale invisibili
come ascendessero
ad un loro paradiso
neutri-immobili
guardano avanti-
io ho fatto incetta
del solito
unico, mio fratello
Kerouac