Pomeriggio

C’è un’ora –
che non è il tramonto –
in cui l’erba del prato si illumina,
e la tortora viene a bere –
ma un sorso solo –
nella ciotola dell’acqua di Kia
che indifferente la guarda –
e lei, la tortora,
con il suo cigolio d’ali
dopo un sorso, ma un sorso solo,
s’alza in volo
e se ne va su un albero
alto ma qui vicino –
c’è un’ora –
e non dico quale –
che è prima, molto prima del tramonto
in cui -ripeto –
l’erba si illumina
e dal canneto
non giungono più
voci di passerotti –
l’erba si illumina –
ho detto –
e ci puoi vedere tranquillamente
e chiaramente in mezzo –
è come se la gramigna,
ul trifoglio e l’altre erbe
s’aprissero
per prendere l’ultime (poche)
ore di luce –
e così, ripeto,
si illuminano –
e io a vedere tutta questa bellezza
mi rattristo un pò –
vorrei essere forse
il canneto immortale?
o l’erba,
quella che non muore mai?
forse la margherita
che la tagli, la tagli
e lei ricresce sempre?
o la violetta
ogni anno più bella?
forse vorrei anch’io
avere forti, salde radici
per ricrescere
rinascere
ogni anno
e non vedere mai
la mia
e l’altrui fine

 

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