Era una bella giornata di sole leggermente velato. All’ora di pranzo era piovuto e tuonato e il cane, come al solito, era terrorizzato. Ansimava e andava di qua e di là cercando di intrufolarsi alche nel salotto dove sapeva che gli era vietato entrare. Veniva sgridato e allora desisteva dall’entrarvi. Poi smise di piovere. Tornò il sole leggermente velato. Era di nuovo caldo ma un po’ meno rispetto alle giornate precedenti.
Il caldo è sinonimo di noia. Non so perché con esattezza. Forse perché non si può fare niente, né camminare né fare muoversi per altri motivi. Anche a leggere si fa fatica. Ma ora era un po’ rinfrescato. Ma la noia era rimasta attaccata alla pelle come il sudore che continuava a impasticciare la faccia e le braccia.
Il libro che stava leggendo anche lui era noioso. Eppure non lo abbandonò come faceva sempre con quelli che fin dalle prime pagine non le piacevano. L’avrebbe continuato a leggere come se volesse trovarci qualcosa di buono prima o poi.