Il Qui e Ora nella scrittura

 Scrivere non è denominare le cose, dare loro dei nomi. Scrivere è prendere coscienza delle cose: cose percepite con i sensi, emozioni, ricordi, idee, ispirazioni. Nella Poesia e Prosa Spontanea esperienza e parola coincidono, ovvero si tende a fare in modo che coincidano. Come dire che avere esperienze significa, tramite la scrittura, averne coscienza, averne consapevolezza.
La tecnica della scrittura spontanea inventata da Kerouac è quella che si avvicina maggiormente, nell’ambito letterario, al concetto buddista di consapevolezza e presenza mentale. Al Qui e Ora. Sto in questa situazione (con questo stato d’animo, emozione, ispirazione ) e la scrivo. Non la descrivo o la nomino, ma la scrivo, la racconto, racconto cosa accade a me, qui e ora. Ecco perché bisogna nella scrittura di consapevolezza o spirituale, prendere sempre appunti; bisogna annotare cosa accade ora, che è come dire bisogna esserne consapevoli.
Nel buddismo la consapevolezza di ciò che accade in questo momento ha lo scopo di tenere la mente ferma al momento presente, affinché non fugga nei ricordi o nelle aspettative. Serve anche a tenere lontana la paura, l’ansia, a tenere sotto controllo la mente. La stessa cosa accade nella scrittura, più mi calo in quello che accade, più ne sono consapevole, più il testo è ricco e interessante.
Essere consapevole nel buddismo e nella Poesia e Prosa Spontanea non significa aver razionalizzato una certa emozione o percezione, essere consapevole significa che riconosco ciò che accade, identifico ciò che accade, non lo copro con i pensieri razionalizzanti. Per prendere consapevolezza di ciò che accade bisogna vederlo, riconoscerlo, e questo lo può fare anche la scrittura, quella spontanea, che vede quel che accade e lo scrive senza prima porlo al vaglio del giudizio razionale. In questo senso la scrittura può diventare uno strumento di consapevolezza e presenza mentale.
Ci sono momenti pieni di suggestione, piccole cose, nostre reazioni a qualcosa che colpisce i nostri sensi o il nostro spirito; questi momenti non andrebbero lasciati correre, bisognerebbe scriverne. Sono momenti creativi, nel senso letterale del termine, momenti in cui noi creiamo partendo da questa suggestione, che è un rapporto particolare, intimo , che si crea qualche volta tra noi e un dettaglio del mondo esterno. A questa suggestione dobbiamo dare la nostra voce, che è una voce interiore, che si concretizza in parole, che non descrivono quella suggestione bensì la esprimono. In quel tipo di suggestione è come se le cose entrassero in contatto con noi, ci parlassero nel loro linguaggio muto ( o comunque non verbale, come con la musica). Questo è un contatto spirituale tra noi e il mondo a cui possono corrispondere testi nati non per descrivere ma per esprimere, appunto dare voce.
La poesia e la prosa spontanea, frutto di un’improvvisazione letteraria, si affida al cosiddetto “caso”: volti, atteggiamenti, oggetti, foglie, nuvole, sole, pioggia, uno sguardo, un’ombra, un filo d’erba…., tutto ciò insomma che cade sotto i nostri sensi e la nostra attenzione. È il caso quindi a creare la bellezza di un’opera. C’è un noi stessi nella forma casuale ( spontanea) che non conosciamo: qualcosa si rivela dietro la patina della razionalità: lì comincia l’arte, da lì può nascere una forma artistica; il “caso” è il nostro archivio sconosciuto, misterioso, ma immensamente ricco. Il pittore Francis Bacon chiamava il suo incontro d’artista con il caso “incidente”, lo scrittore André Breton usava i termini di “esca”, “labirinto”, “foresta di indizi”, per James Joyce si trattava di “epifanie”.

 

 

 

Pubblicato da Dianella Bardelli

In questo blog sono presenti miei racconti, mie recensioni di romanzi e saggi su vari argomenti, soprattutto sulla letteratura della beat e hippy generation. Scrivo romanzi, spesso ambientati negli anni '70-'80'; e poesie; ne ho pubblicati alcuni : Vicini ma da lontano, I pesci altruisti rinascono bambini, Il Bardo psichedelico di Neal ; è un romanzo sulla vita e la morte di Neal Cassady, l’eroe di Sulla strada. Poi ho di recente pubblicato il romanzo "Verso Kathmandu alla ricerca della felicità", per l'editore Ouverture; ho pubblicato un libretto di poesie: Vado a caccia di sguardi per l'editore Raffaelli. Ho ancora inediti alcuni romanzi, uno sulla vita e la poesia di Lenore Kandel, poetessa hippy americana; un secondo invece è un giallo ambientato nella Bologna operaia e studentesca del '68; un terzo è è sull'eroina negli anni '80 a Milano e un altro ancora sul tema dell'amore non corrisposto. Adoro la letteratura della beat e hippy generation, soprattutto Keroauc, Ginsberg e Lenore Kandel. Scrivo recensioni su http://samgha.me/ e http://cronacheletterarie.com/ mio profilo in Linkedin: http://www.linkedin.com/pub/dianella-bardelli/45/71b/584

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