Il rifugio, ovvero come capita di non conoscersi

Chi gestisce alberghi di montagna, rifugi o agriturismi si aspetta che si riempiano durante i giorni di festa. Ma non succede sempre. Una volta mi è capitato di andare in un albergo di montagna per l’ultimo dell’anno. Una grande tavola della sala da pranzo era piena di ogni ben di Dio. Ma gli avventori siamo rimasti per tutta la sera solo in due. Pare non sia una situazione così rara. C’è un rifugio sull’Appennino dove per alcuni anni gli unici avventori per il Natale sono state tre persone. Una giovane mamma e il suo bambino cenavano in un angolo, e un ragazzo che andava lì da solo in un altro. Si salutavano, ma per tre anni non hanno mai fatto amicizia. Ognuno andava a camminare o a sciare per conto proprio. Poi si ritrovavano a cena ognuno al proprio tavolo. Né alla giovane mamma né al ragazzo è mai venuto in mente in quei tre anni che ne so di dire ceniamo insieme? Non è mai capitato. Furono gli unici a frequentare quel rifugio per tre anni il 24 e il 25 Dicembre. La gente affollava quel luogo solo per Santo Stefano.
Poi successe qualcosa. Il quarto anno la giovane donna e il bambino non andarono come ogni vigilia di Natale al rifugio sull’Appennino. Erano emtrambi influenzati e così annullarono la prenotazione. Il ragazzo fu quindi l’unico avventore durante il 24 e il 25 Dicembre. Poi se ne andò a sciare con alcuni amici in Trentino. E lì si mise a pensare, non sapeva neanche lui perché, a quella giovane donna che non aveva incontrato come ogni anno al rifugio sull’Appennino. La cosa, non sapeva neanche lui perché, l’inquietò. Cominciò a ruminarci sopra e a starci un po’ anche male. Lo prese una specie di ansia di sapere.Telefonò al proprietario del rifugio sull’Appennino e si fece dare il numero di telefono della giovane donna. La chiamò, le chiese come stava e chiacchierando con lei scoprì che vivevano nella stessa città. Cominciarono a uscire, si capirono, avevano entrambi la passione per la montagna, ma soprattutto si capirono e capendosi si scelsero.

Pubblicato da Dianella Bardelli

In questo blog sono presenti miei racconti, mie recensioni di romanzi e saggi su vari argomenti, soprattutto sulla letteratura della beat e hippy generation. Scrivo romanzi, spesso ambientati negli anni '70-'80'; e poesie; ne ho pubblicati alcuni : Vicini ma da lontano, I pesci altruisti rinascono bambini, Il Bardo psichedelico di Neal ; è un romanzo sulla vita e la morte di Neal Cassady, l’eroe di Sulla strada. Poi ho di recente pubblicato il romanzo "Verso Kathmandu alla ricerca della felicità", per l'editore Ouverture; ho pubblicato un libretto di poesie: Vado a caccia di sguardi per l'editore Raffaelli. Ho ancora inediti alcuni romanzi, uno sulla vita e la poesia di Lenore Kandel, poetessa hippy americana; un secondo invece è un giallo ambientato nella Bologna operaia e studentesca del '68; un terzo è è sull'eroina negli anni '80 a Milano e un altro ancora sul tema dell'amore non corrisposto. Adoro la letteratura della beat e hippy generation, soprattutto Keroauc, Ginsberg e Lenore Kandel. Scrivo recensioni su http://samgha.me/ e http://cronacheletterarie.com/ mio profilo in Linkedin: http://www.linkedin.com/pub/dianella-bardelli/45/71b/584

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