Per me lo scrittore più selvaggio di tutti rimane Jack Kerouac

Per me selvaggio sta per autentico. E lui è il più autentico di tutti, anche adesso. Secondo me la scrittura alternativa si è fermata a tre scrittori: Kerouac, Ginsberg e Lenore Kandel.
Kerouac è stato lo scrittore che ha iniziato la rivoluzione letteraria, rivoluzione nello stile, perché è lo stile che fa la narratività di un testo. Lui ha inventato uno stile mentre scriveva On the road. Questo lo dice in “Un mondo battuto dal vento”, un libro che raccoglie alcuni suoi scritti teorici. Sì perché in questo libro scrive che “NON SONO LE PAROLE CHE CONTANO, MA L’IMPETO DI VERITA’ CHE SE NE SERVE PER I SUOI SCOPI ( lo scrive a stampatello nel novembre del ’49. Un anno prima aveva scritto sempre in “Un mondo battuto dal vento” : “Scritto 6000 parole di Sulla strada, ma in modo grossolano, rapido, sperimentale: voglio vedere fino a che punto può arrivare un uomo. Lo scoprirò presto” . E qualche giorno dopo: “Altre 1000 parole più misteriose che si allontanano da me in una trance di scrittura mentre batto a macchina. Ho sempre avuto paura di provare una cosa simile, questa potrebbe essere la volta buona”.
Le esperienze quasi mistiche di Kerouac che accompagnano la scrittura di On the road daranno origine alla messa appunto anche nelle opere successive della sua invenzione della poesia e prosa spontanea. Cosa sia lo troviamo in Scrivere bop in cui lo scrittore ci rivela il suo metodo, prima di tutto contestando la scrittura tradizionale del suo tempo: “ La mia posizione nell’attuale scena letteraria americana è semplice: sono stanco e stomacato della frase inglese convenzionale che mi sembra così pesantemente limitata nelle sue regole, così inaccettabile rispetto al formato della mia testa come ho imparato a scandagliarla nel moderno spirito di Freud e Jung. Quante volte nei racconti contemporanei troviamo frasi come “ C’era la neve per terra, e la macchina arrancava su per la collina? Attraverso il vizio infantile di prendere quelle che all’origine erano due frasi brevi e ficcarci una virgola con una “e”, questi grandi artigiani della prosa contemporanea pensano di aver lavorato una frase”.
Quello che c’è da fare per chi scrive, secondo Kerouac, è rimanere fedeli ai primi pensieri, concetto che Ginsberg sintetizzerà nello slogan primo pensiero miglior pensiero. Si tratta di non aver paura di improvvisare, che è una paura che nasce da quella di essere fino in fondo fedeli a se stessi, alla propria mente, a quello che essa ci detta. Perché secondo Kerouac lo scrittore nato è colui che inventa un nuovo stile. Nella pittura è così come nella musica, questo deve accadere anche nella letteratura: “l’importante non è cosa si scrive, ma come si scrive…Mai ripensarci per migliorare o mettere ordine nelle impressioni, perché la scrittura migliore è sempre quella più personale e dolorosa, strappata, estorta alla calda culla protettiva della mente – attingi a te stesso il canto di te stesso, soffia! – Ora! – il tuo metodo è l’unico metodo – buono – o cattivo – sempre onesto ( comico ), spontaneo, interessante per la sua qualità di confessione, perché non di mestiere”.
“Sulla strada” rappresentò la prima prova che il metodo della prosa spontanea poteva funzionare. Nei romanzi successivi Kerouac si spinse oltre ( soprattutto in “Visione di Cody” e ne “I sotterranei”), mostrando una straordinaria capacità di introspezione, sincerità e generosità. Non importa come uno scrittore ci riesca, quali strade debba battere, quale buio e confusione mentale debba attraversare. Deve andare oltre se stesso, per trovare l’“altrove” cui tutti noi in fondo tendiamo e cerchiamo. Pochi hanno il coraggio di avventurarsi nel mare tempestoso del proprio spirito. Ginsberg ebbe questo coraggio, seguì gli insegnamenti di Karouac e li applicò alla poesia. Testimoniò per tutta la vita il suo debito verso di lui, a tal punto da fondare in suo onore nel 1947 insieme Anne Waldman la famosa scuola di scrittura creativa Al Naropa Insitute di Boulder: la Jack Kerouac School of Disembodied Poetics ancora in piena attività.
Allen Ginsberg imparò quindi dal suo amico Kerouac ad improvvisare, nel suo caso in poesia. Appese il suo celebre elenco su come si fa ad improvvisare ( elenco che si trova facilmente in internet ) e creò i suoi poemi come “Howl” e “Kaddish”. In poesia l’improvvisazione di scrittura agisce con più facilità e libertà rispetto alla prosa, si può stra – dire e di stra – fare, semplificare o complicare, perchè la poesia in Ginsberg non ha gli stessi vincoli lessicali, grammaticali, stilistici della prosa, anche di quella spontanea di Jack Kerouac. E quando il suo poema stupisce laddove appare oscuro, in realtà obbedisce ad un interno ordine – disordine mentale, quello dello specifico momento che sta vivendo mentre scrive. Sia “Howl” che le migliaia di poesie e poemi che ha scritto sono un viaggio dentro se stesso e dentro le coscienze dei propri amici e dentro la coscienza dell’essere umano in quanto tale. Ginsberg guarda nel profondo di questo essere umano che egli è e quello che trova lo tira fuori così com’è, e lo scrive nello stesso stato in cui lo trova. Perché in Ginsberg ( come in Kerouac ) scrittura e spirito coincidono. L’imperfezione, la sconnessione sono la loro anima parlante, le loro improvvisazioni di scrittura non seguono un solo filologico, ma una moltitudine, anzi un’ accozzaglia di pensieri-parole-mente.
Qualche parola infine su Lenore Kandel che ho nominato all’inizio. In Italia la conoscono in pochi e questo è un vero peccato non per lei che è morta nel 2009 ma per quelli che non conoscendola si privano dell’estasi che producono le sue poesie di The love Book e delle altre raccolte che ha scritto. Lei era una hippy e una leader di un gruppo anarchico dell’epoca chiamato I Diggers.
Lenore Kandel fu un’altra cosa rispetto a Kerouac e Ginsberg, lo fu sia dal punto di vista storico che poetico. Sicuramente anche lei improvvisava ed ebbe molta notorietà negli anni ’60 di San Francisco perché in alcune sue poesie ha parlato in modo esplicito dell’atto sessuale tra un uomo e una donna. In un testo intitolato “La poesia non è mai compromesso” scrive: “Due mie poesie, pubblicate in un piccolo libro, trattano d’amore fisico e dell’invocazione, riconoscimento e accettazione della divinità nell’uomo attraverso il medium dell’amore fisico. In altre parole, è un piacere. Un piacere così grande che ti rende capace di uscire dal tuo io privato e di partecipare della grazia dell’universo. Questa semplice e piuttosto ovvia formulazione, espansa ed esemplificata poeticamente, ha sollevato un furore difficile a credersi. Gran parte di tale furore era dovuto all’uso poetico di certe parole di quattro lettere d’origine anglosassone non sostituite cioè da più tenui eufemismi. Gli eufemismi scelti per paura sono un patto con l’ipocrisia e nell’immediato distruggeranno la poesia e alla fine distruggeranno il poeta. Qualsiasi forma di censura, mentale, morale, emotiva o fisica che sia, proveniente sia dall’interno che dall’esterno, è una barriera contro l’autoconsapevolezza”.
Eppure l’establishment letterario l’ha relegata a una nota a piè di pagina nella storia dei Beats e degli Hippies, dando più peso al processo per oscenità di The Love Book che al libro in se stesso. Altri la nominano solo come il modello per il personaggio di Ramona Swartz nel romanzo di Kerouac Big Sur, oppure come partecipante ai raduni degli happenings dei Diggers durante i giorni della controcultura di S. Francisco. La maggioranza dei critici la ignorano e il suo nome è assente dalle liste dei poeti Beat. Lenore è vissuta in un età in cui c’erano le buone ragazze e le cattive ragazze e le buone ragazze non scrivevano sullo “Scopare con amore” che è il titolo di un suo poema. Ma il colpo finale alla poesia di Lenore venne dal nascente femminismo americano che cominciò con il celebrare le donne, come faceva Lenore, ma ben presto assunse un carattere marcatamente asessuale e antisessuale. Divenne impossibile per una scrittrice essere accettata da altre donne se celebrava la propria sessualità e specialmente se celebrava l’amore per gli uomini. Fortunatamente nel 2012 la casa editrice North Atlantic Books ha pubblicato un libro di poesie di Lenore intitolato Collected poems of Lenore Kandel che contiene tutte le sue poesie edite e molte inedite.

Pubblicato da Dianella Bardelli

In questo blog sono presenti miei racconti, mie recensioni di romanzi e saggi su vari argomenti, soprattutto sulla letteratura della beat e hippy generation. Scrivo romanzi, spesso ambientati negli anni '70-'80'; e poesie; ne ho pubblicati alcuni : Vicini ma da lontano, I pesci altruisti rinascono bambini, Il Bardo psichedelico di Neal ; è un romanzo sulla vita e la morte di Neal Cassady, l’eroe di Sulla strada. Poi ho di recente pubblicato il romanzo "Verso Kathmandu alla ricerca della felicità", per l'editore Ouverture; ho pubblicato un libretto di poesie: Vado a caccia di sguardi per l'editore Raffaelli. Ho ancora inediti alcuni romanzi, uno sulla vita e la poesia di Lenore Kandel, poetessa hippy americana; un secondo invece è un giallo ambientato nella Bologna operaia e studentesca del '68; un terzo è è sull'eroina negli anni '80 a Milano e un altro ancora sul tema dell'amore non corrisposto. Adoro la letteratura della beat e hippy generation, soprattutto Keroauc, Ginsberg e Lenore Kandel. Scrivo recensioni su http://samgha.me/ e http://cronacheletterarie.com/ mio profilo in Linkedin: http://www.linkedin.com/pub/dianella-bardelli/45/71b/584

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